AGI – “Non ho elementi oggettivi per dirlo, ma ciò di cui sono assolutamente convinto è che Emanuela quel giorno andò via con qualcuno di cui si fidava moltissimo. Non avrebbe mai seguito uno sconosciuto”. Lo ha detto Pietro Meneguzzi, cugino di Emanuela Orlandi, nel corso dell’audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. “L’ipotesi che si sia allontanata volontariamente? è del tutto irrealistica”, ha concluso Meneguzzi.
Meneguzzi ha rievocato i giorni della scomparsa, le prime ore della ricerca affannosa insieme con alcuni dei familiari e la “sorprendente” apparizione sulla scena dei Servizi pochi giorni più tardi: “si presentarono in Vaticano Giulio Gangi (007 del Sisde, ndr) e due suoi colleghi. Gangi lo conoscevo per via del mio lavoro alla Camera, e lui mi aveva sentito parlare della scomparsa di Emanuela, ma non è vero, come pure è stato detto più volte, che conoscesse già da prima mia sorella Monica, che tra l’altro allora aveva solo 15 anni, molti meno di lui. Secondo me si è confuso, l’ho ribadito anche in procura di recente”.
“Io da anni ho una mia idea – ha detto Meneguzzi – che dietro la scomparsa di Emanuela non ci sia una trama internazionale, che non sia il caso di volare troppo alto: la pista per me è molto più terrena e più grave. Perchè gli Orlandi escludono l’ipotesi del ‘predatore’, dell’adescamento a fini sessuali? Non lo so. So però che se c’è qualcosa da scoprire, voi potete farlo – ha detto rivolto ai componenti della commissione – e vi ringrazio per questo”. La sorella Monica ha chiesto invece che la sua audizione sia secretata.