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Disabilità, l’Anmic rilancia le sue contro-proposte

Set 7, 2016

L’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) non si arrende e rilancia le sue contro-proposte in materia di tutela delle disabilit. Anmic, infatti, non condivide molte delle conclusioni raggiunte nel documento finale dall’Osservatorio nazionale e che verranno presentate a Firenze – il prossimo 16 e 17 settembre, durante la Conferenza nazionale sulla disabilit – quali proposte ufficiali per il secondo Programma di azione biennale. Dunque Anmic rilancia la discussione, dopo aver presentato in una conferenza stampa un proprio pacchetto di interventi e misure per affrontare con urgenza le principali questioni rimaste a suo giudizio aperte e per garantire una reale promozione dei diritti e integrazione sociale delle persone disabili. Si tratta principalmente di proposte alternative che sono state illustrate dal Presidente nazionale dell’Associazione, Nazaro Pagano.

Critiche su accertamento, antidiscriminazione sul lavoro e “dopo di noi”

Pur apprezzando il lavoro svolto nell’Osservatorio – premette Pagano – l’Anmic esprime oggi una posizione critica. Il documento finale dell’Osservatorio risulta infatti per molti versi non rappresentativo delle posizioni assunte dalle Associazioni dei disabili, in particolare dalla Anmic, soprattutto in materia di accertamento dell’invalidit civile; risulta poi parziale rispetto alla problematiche sollevate in ordine al collocamento mirato, alla flessibilit del lavoro, alla natura e funzione dell’istituto dell’accomodamento ragionevole, alla non discriminazione nei luoghi di lavoro; ci appare infine elusivo rispetto alle questioni aperte dalla recente normativa sul “dopo di noi”.

Tre sono in sintesi le priorit che l’Associazione ha scelto di focalizzare per discutere e approfondire nel confronto avviato con il Governo: accertamento dell’invalidit, lavoro e antidiscriminazione, disabilit grave e gravissima e “dopo di noi”. Assolutamente inadeguata– ha denunciato il Presidente Anmic – ad esempio la previsione del trust e di fondi speciali con vincolo di destinazione, quali unici strumenti per la tutela dei disabili nel “dopo di noi”. Si tratta di sistemi costosi per la loro costituzione e gestione e applicabili solo quando sussistono patrimoni consistenti destinati alla vita del disabili.

Nel mirio la disciplina attuale dei di trust e fondi speciali

Il trust e i fondi speciali con vincolo di destinazione, cos come disciplinati, sembrano tutelare non gli interessi dei disabili ma poteri economici, che guardano alla disabilit grave solo come un mercato su cui operare e non come un’ area di attenzione e di tutela secondo i principi costituzionali. Manca pertanto nella legge approvata dal Governo la reale conoscenza del fenomeno del “dopo di noi”, sia nella vera tipologia dei destinatari che in ordine alle effettive disponibilit economiche di queste famiglie. Nella quasi totalit dei casi – spiega ancora l’associazione – non esistono patrimoni da destinare alla vita indipendente del disabile privo di sostegno familiare: nella stragrande maggioranza delle situazioni si in presenza di piccoli depositi bancari, piccole rendite, abitazione familiare, diritti di locazione. Sulla riforma poi dell’accertamento dell’invalidit Pagano ha detto: Occorre arrivare a un unico soggetto gestore del sistema di accertamento, di liquidazione ed erogazione delle prestazioni assistenziali. Questo permetter la semplificazione del procedimento e faciliter l’ uniformit su tutto il territorio nazionale dei criteri di valutazione sanitaria.

Squilibrio tra domanda e offerta lavoro di disabili

Riguardo infine al collocamento, si registra purtroppo a giudizio della Anmic un forte e crescente squilibrio tra domanda ed offerta di lavoro per i disabili, con crescita esponenziale dell’emarginazione e della sfiducia nelle Istituzioni. In particolare l’Anmic ritiene necessari: l’eliminazione del carattere esclusivo della chiamata nominativa ai fini dell’assunzione dei disabili e stabilizzazione permanente del sostegno economico per i pi gravi; la flessibilit degli strumenti contrattuali adattati alle diverse forme di disabilit e alle diverse forme di utilizzabilit delle residue capacit lavorative; copertura reale delle scoperture esistenti nel settore privato e pubblico. Infine la Anmic richiede l’esclusione dal sistema delle tutele crescenti dei rapporti di lavoro dei soggetti disabili e mantenimento della tutela reale – reintegrazione nel posto di lavoro – in caso di licenziamenti illegittimi.

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