AGI – La giustizia arriva lentamente. A distanza di quindici anni dal furto nel supermercato, i Ris di Parma hanno spedito nei giorni scorsi gli esiti dell’analisi del frammento di vetro con le tracce di sangue di uno dei presunti autori, un 52enne che è stato denunciato dai carabinieri di Mariano Comense in stato di libertà. Le eventuali esigenze cautelari erano venute certamente meno, qualora ci fossero state, visto l’abisso temporale tra il fatto e la scoperta del responsabile.
Riferisce l’Arma che “la mattina seguente al furto, avvenuto il 2 maggio 2009, iniziava l’attività investigativa dei carabinieri con il sopralluogo da parte del personale specializzato nei rilievi, tra i quali alcuni frammenti di vetro con tracce ematiche”. I frammenti erano quelli del vetro della porta di sicurezza del super di Carugo, in Brianza, rotto a sassate dai ladri che si intrufolavano tra gli scaffali portando via cibo e alcolici per 1500 euro. I reperti col sangue dell’uomo che si era tagliato nel blitz sono stati mandati subito ai Ris per comparare i profili genetici con quelli presenti nella banca dati. Da allora è cominciata la lunghissima attesa fino all’identificazione dell’uomo accusato di furto “in concorso con altri non identificati”. Il ritardo, viene spiegato, dipende dal fatto che all’epoca la Banca Dati Nazionale del dna, l’archivio elettronico dei profili genetici ignoti e noti, era ancora in fase di rodaggio e va tenuto conto che, a differenza di adesso, non era previsto il prelievo del dna per chi finisce in carcere.