AGI – Classici, integrali, ai 5 cereali, al miele, farciti con confetture o creme. I croissant rappresentano una merendina iconica del made in Italy alimentare: in media si trovano 18 referenze a scaffale. Secondo quanto emerge da un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati Circana, il croissant confezionato, protagonista della merenda e della colazione degli italiani, guida il comparto delle merendine italiane coprendo il 31% dell’intero mercato. Un prodotto amato da diverse generazioni di italiani e il cui successo è confermato dai numeri. Ad agosto 2023, secondo i dati Circana, le vendite in volume dei croissant confezionati hanno toccato quota 39,4 milioni di kg con una crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente. Sono in media 18 le referenze di cornetti presenti a scaffale.
I primi sono stati quelli classici o farciti con creme e confetture, presenti nei supermercati da tempo, che hanno saputo innovarsi mantenendo la propria iconicità. Sono arrivati poi quelli integrali e ai 5 cereali, che rispondono perfettamente alle esigenze del consumatore moderno. Fino a proposte più recenti con nuovi gusti come pistacchio, frutti rossi e nocciola, dalla marcata innovazione, uno dei tratti distintivi del comparto.
“In un contesto alimentare sempre più diversificato e dinamico, il croissant emerge come un pilastro della categoria merendine – afferma Luca Ragaglini, vicedirettore e segretario del Settore Prodotti da Forno di Unione italiana Food – consolidando la sua posizione di prodotto iconico nel mercato italiano. Tale successo è il risultato di una combinazione virtuosa tra gusto, innovazione costante ed equilibrio nutrizionale, che è il mix vincente che contraddistingue le merendine italiane. Un prodotto pratico che anche grazie alla monoporzione confezionata è l’ideale sia per la merenda a casa ma anche per quella fuori casa”.
Il croissant, ricorda Unione Italiana Food, porta con sè una lunga storia legata alle sue origini. Sarebbe nato nel 1638 a Vienna, durante il secondo assedio alla città da parte degli Ottomani. Sembrerebbe che i viennesi, presi alla sprovvista, reagirono sbeffeggiando i turchi sulle mura della città, mangiando un tipo di pane al burro, il kipferl. Un’altra versione vuole che siano stati i fornai viennesi, lavoratori notturni, i primi a dare l’allarme e abbiano festeggiato il mancato assedio con il dolce lievitato a forma di mezzaluna, simbolo degli ottomani. Nel corso del tempo, la ricetta del kipferl si diffuse in Europa, arrivando in Francia nel XIX secolo grazie a Maria Antonietta d’Austria. Qui i pasticceri affinarono la ricetta, aggiungendo ingredienti che conferirono al croissant la consistenza e il sapore distintivo che conosciamo oggi.
Nel 2023, dati Circana alla mano, le vendite in volume delle merendine sono cresciute dello 0,5% rispetto al 2022, toccando quota 737 milioni di kg per un valore complessivo dei prodotti da forno dolci monodose pari a 1,52 miliardi di euro. Ogni anno vengono lanciate sul mercato in media 8-10 nuove merendine. Secondo una ricerca Bva Doxa – Unione Italiana Food, le merendine sono consumate da 8 italiani su 10 (83%) e più della metà del campione (55%) le mangia almeno 1-2 volte a settimana.