AGI – Sale l’allerta anche in Italia per il rischio di diffusione della Dengue. “La situazione certamente è peggiorata perché ci sono casi anche autoctoni, che ci inquietano”. Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, lo spiega in una intervista all’AGI, facendo il punto dopo la circolare del Ministero della salute che ha alzato il livello di attenzione in porti e aeroporti.
“Mentre i casi importati si riconoscono – se nei 14 giorni precedenti si è viaggiato in una zona a rischio e si hanno sintomi, deve scattare il dubbio e fare indagini di laboratorio – il difficile è riconoscere i casi autoctoni, perché nella maggior parte, le manifestazioni cliniche sono forti influenze, mal di ossa, dolori agli occhi, a volte vomito”.
Non va sempre così bene: c’è anche una quota di questi contagi che causa “forme più pesanti con encefaliti, e soprattutto la Dengue emorragica”. I paesi in cui, al momento, la preoccupazione è massima, sono l’Argentina e il Brasile, “dove ci sono mezzo milioni di casi, sicuramente sottostimati. Questi sono la punta di un iceberg di una situazione più ampia”. In quelle aree è presente la zanzara Aedes aegypti, l’insetto vettore specifico del virus Dengue. Da noi ci pensa la zanzara tigre a trasmettere la malattia. I casi che si sono avuti in Veneto, nel Lazio e in Lombardia hanno “evidenziato che purtroppo la nostra zanzara tigre, diventata ormai una delle zanzare dominanti, ha la capacità di diffondere la malattia”.
Dunque anche se in Italia non è presente la zanzara Aedes aegypti, il virus Dengue può essere ‘trasportato’ dalle zanzare ‘nostrane’: basta che abbiano punto una persona che è stata contagiata. Già l’anno scorso i numeri erano in crescita, in Italia ci furono 82 casi autoctoni di Dengue, avvenuti direttamente nel nostro Paese, e 280 importati da viaggiatori tornati da luoghi in cui la malattia è endemica.
Ma cosa possiamo fare noi per proteggerci, anche in vista della stagione calda?
Le autorità sanitarie fanno le disinfestazioni negli aeroporti e nei porti, ma come spiega Pregliasco “anche noi abbiamo delle responsabilità. Per esempio, quando si innaffia”, evitare di esagerare. “L’acqua stagnante nel sottovaso fa da autogrill per le zanzare. È davvero importante anche un’attenzione maggiore da parte di ognuno di noi nel prossimo futuro”.
Quest’estate sarà l’estate dello spray anti-zanzare da tenere sempre in borsa?
“Siamo passati dai disinfettanti alle mani ai repellenti per le zanzare, sì. L’attenzione maggiore bisognerà averla a partire dai mesi più caldi perché aumenterà il numero di zanzare”.
E il vaccino di cui si parla, sarà necessario come arma di prevenzione?
“Sicuramente” la direzione della Prevenzione del ministero della Salute “fa bene ad acquistarlo. Il vaccino è importante, ma serve per i viaggiatori, per chi va in quelle zone a rischio, non certo per tutti noi. Si fanno due dosi a distanza di tre mesi. Pensare a una vaccinazione di massa in questo momento, no. Potrebbe servire – conclude – se si evidenziassero dei focolai autoctoni importanti”.