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Il mistero dei soldi delle multe: dove vanno a finire

Dic 31, 2023

Soltanto nel 2022, le multe stradali hanno portato nelle casse delle amministrazioni oltre 2 miliardi e mezzo di euro: soldi che, in molti casi, sembra si perdano nei bilanci facendo sparire le loro tracce.

Regioni, province e comune sono tenute per legge a presentare ogni anno una relazione sull’uso dei proventi derivanti dalle sanzioni, ma il tasso di inadempienza è ancora alto: secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, nel 2022 hanno presentato la relazione 7.216 comuni, 83 amministrazioni provinciali e 14 città metropolitane. Ben 685 comuni e 5 amministrazioni provinciali non hanno consegnato il documento, mentre 169 comuni lo hanno presentato incompleto. Insomma, capire dove vanno a finire i soldi delle multe sembrerebbe un’impresa non da poco.

Salvini: controlli a campione per verificare l’uso dei proventi

Nel 2022 gli automobilisti italiani hanno “buttato” oltre 2 miliardi e mezzo di euro in multe: soldi che dovrebbero tornare indietro sotto forma di servizi per l’ammodernamento e la sicurezza stradale, e di cui spesso si perdono le tracce. Si tratta di un patrimonio che vale complessivamente 2 miliardi e 700 milioni di euro. Lo ha ricordato, durante la seduta della Camera dei Deputati di mercoledì 13 dicembre, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini: su 8.070 comuni, “non hanno presentato la relazione, quindi sono inadempienti, 685 comuni e 5 amministrazioni provinciali. Hanno presentato relazioni incomplete 169 comuni”.

Per gli enti che hanno presentato una relazione”, ha spiegato Salvini, “si procede all’estrazione di un campione per verificare che l’utilizzo dei proventi sia conforme alle finalità previste dal codice della strada, ossia per interventi di manutenzione e ammodernamento stradale, non per spesa corrente, per intenderci, mentre i comuni inadempienti sono segnalati alle procure regionali della Corte dei conti”.

Le associazioni AUFV (Associazione Unitaria Familiari e Vittime della Strada), AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) e l’AMCVS (Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada), hanno accolto positivamente le parole di Salvini. “Abbiamo organizzato delle risorse associative addette al controllo dei comuni elencati tra i 7200 circa che hanno presentato la relazione”, informano in un comunicato congiunto, “saremo un occhio aggiunto all’operato del Ministero dell’Interno”.

Dove vanno veramente a finire i soldi delle multe

In attesa di sapere i risultati degli scrutini congiunti sulle relazioni presentate nel 2022, è possibile farsi un’idea di come vengono spesi i soldi delle multe stradali grazie a uno studio pubblicato la scorsa estate dall’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale in collaborazione con l’Associazione Lorenzo Guarnieri. Le due associazioni hanno analizzato i progetti relativi all’impiego dei ricavi delle sanzioni al Codice della Strada nelle 14 principali città italiane con popolazione superiore ai 200.000 abitanti per gli anni 2021 e 2022.

I risultati sono piuttosto interessanti: la maggior parte dei soldi provenienti dalle temute multe sul parabrezza finisce in manutenzione stradale (19%) e illuminazione pubblica (14%), mentre agli utenti deboli e all’educazione stradale – sulla cui importanza le associazioni sono da sempre molto chiare – non restano che “spiccioli”.

A fronte di poco più di 82mila euro destinati all’educazione stradale (un misero 0,027%), l’acquisto di armi, armeria e lezioni di tiro ha assorbito ben 288.836 euro (a Napoli, Padova e Venezia). Le rimozioni pesano per oltre 4 milioni di euro, mentre al potenziamento dei controlli su strada sono stati destinati oltre 32 milioni di euro, circa il 14% di quanto incassato con le multe.

Come si legge nel comunicato delle associazioni, nello stesso periodo due milioni di euro sono stati destinati agli utenti deboli della strada, mentre “ben 41 milioni di euro sono stati destinati a coprire le spese delle bollette dell’energia“, principalmente nel Comune di Milano (che registra anche il “record di incassi”).

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