TARANTO – “La città è nostra”. Così il presunto boss di Taranto, Cosimo Di Pierro, a capo dell’omonimo clan mafioso smantellato dalla polizia commentava con alcuni presunti affiliati alla sua organizzazione il controllo indiscusso delle attività illecite nel capoluogo tarantino. La conversazione, che è stata intercettata dalla polizia, è contenuta – a quanto viene riferito dagli investigatori – negli atti dell’indagine della Dda di Lecce. I magistrati contestano ai fermati anche l’associazione mafiosa.
Con questa accusa su disposizione della Dda di Lecce, 35 persone sono state fermate dalla polizia a Taranto: ai fermati vengono contestati diversi tentativi di omicidio, estorsioni, associazione per delinquere finalizzata al traffico,
alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti e la detenzione di armi.I poliziotti, guidati dal questore Stanislao Schimera, durante le indagini hanno anche ripreso in diretta un rito di affiliazione al clan mafioso e hanno recuperato molte armi. Durante il blitz, nel corso dell’esecuzione del decreto di fermo, sono state sequestrate cinque pistole, 350 grammi di hascisc e reperti archeologici. All’operazione hanno partecipato circa 200 agenti.