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Roma (ancora) senza discariche. Al posto di Cerroni, Lozza

Mar 30, 2021

I rifiuti rischiando di invadere ancora Roma. Neanche la pandemia – con la produzione quotidiana ridotta del 40 per cento – sembra poter fermare il ciclo puntuale dell’emergenza che arriva in città. Zona arancione sì, poche persone in strada, ma comunque tanta monnezza ben accatastata intorno ai cassonetti. Il rischio è concreto, scongiurarlo è urgente. Al centro della nuova crisi – oggi come ieri – le discariche. Per la precisione quella di Roccasecca, provincia di Frosinone, la più grande tra le tre rimaste in regione (riceve i rifiuti da Roma, Latina e Frosinone). Due giorni fa la Mad Srl, azienda dell’imprenditore Valter Lozza, proprietaria dell’invaso (e di un’altra delle tre, quella di Civitavecchia), ha inviato a comune e regione una comunicazione: da giovedì non sarà più possibile conferire i rifiuti. Lo spazio è finito.

 

Lozza – non è un caso di omonimia – è l’imprenditore che due settimane fa è stato arrestato insieme alla dirigente responsabile dell’Area Rifiuti della regione Lazio, Flavia Tosini. I due sono accusati di corruzione, concussione e turbativa d’asta su diverse vicende e procedimenti che riguardano lo smaltimento dei rifiuti della regione. E così, quando è giunta la notizia dello stop imposto dalla Mad di Roccasecca a più di qualcuno sono tornati in mente i tempi in cui il Supremo, Manlio Cerroni, il proprietario del grande impianto di Malagrotta, faceva il bello e il cattivo tempo. D’altronde, finché la città non avrà gli impianti per trattare e smaltire i suoi rifiuti dipenderà sempre da quelli degli altri.

 

Entro giovedì serve dunque trovare con urgenza le destinazioni alternative per le circa 800 tonnellate di scarti che ogni giorno venivano inviate dagli impianti di trattamento capitolini alla discarica di Frosinone. Anche perché l’arresto di Lozza e Tosini ha bloccato diversi procedimenti amministrativi. Non solo quello per l’autorizzazione della nuova discarica della Capitale che dovrebbe essere realizzata a Monte Carnevale, in un’ex cava ad ovest della città, acquistata sempre da Lozza poco prima che il sito venisse autorizzato per lo smaltimento, ma anche quello per la realizzazione di un nuovo invaso a Roccasecca (tutti e due i procedimenti sono rimasti incastrati nell’indagine).

 

Questo pomeriggio per risolvere il problema si è svolta una lunga riunione tecnico-politica tra regione, Campidoglio, Prefettura e Arpa Lazio: c’erano l’assessore regionale Massimiliano Valeriani, la sua omologa capitolina Katia Ziantoni, il direttore generale della regione Wanda D’Ercole (dopo l’arresto di Tosini con l’interim ai rifiuti) e il segretario generale del comune Gabriella Acerbi. La regione ha fatto sapere che proprio sull’autorizzazione per il nuovo invaso a Roccasecca si sta valutando la possibilità di andare avanti. Intanto, sono state già ricevute le disponibilità di Toscana e Abruzzo per ricevere i rifiuti. Adesso bisognerà formalizzare gli accordi in fretta e vedere se c’è sufficiente disponibilità nei siti delle due regioni. Poi Ama potrà accordarsi direttamente con le aziende. Se tutto sarà fatto in fretta potrebbe evitarsi la beffa di un’emergenza monnezza in piena pandemia.

 

Dalla riunione però è emerso anche un nuovo problema. L’assessore ai Rifiuti della Capitale, Katia Ziantoni, ha fatto sapere che il Campidoglio esprimerà parere contrario al rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale per l’impianto di trattamento dell’indifferenziato di Ama a Rocca Cencia in scadenza nelle prossime settimane. “Non si può fermare un’emergenza creandone un’altra”, ha detto. Senza Rocca Cencia Roma si troverebbe letteralmente senza impianti per lo smaltimento dei rifiuti.

 

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