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Mediaset ancora in rialzo a Piazza Affari. Le strategie di Berlusconi e Bolloré

Dic 14, 2016

MILANO – Mediaset apre ancora in rialzo a Piazza Affari, dopo la cavalacata della vigilia che l’ha portata a guadagnare un terzo del suo valore (il titolo). Ad accendere gli acquisti sul Biscione è l’ormai conclamata battaglia tra la Fininvest di casa Berlusconi e il finanziere bretone Vincent Bolloré, che con un blitz si è portato oltre il 12% delle televisioni attraverso il suo colosso Vivendi.

Mediaset ancora in rialzo a Piazza Affari. Le strategie di Berlusconi e Bolloré

L’andamento del titolo Mediaset: con le recenti fiammate ha recuperato i valori della primavera, prima che scoppiasse il contenzioso con Vivendi sulla cessione di Premium

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Dopo mesi di stallo per la lite italo-francese sul destino di Premium – che Vivendi si era in un primo momento impegnata ad acquistare, salvo poi fare retromarcia con tanto di strascichi a carte bollate – la partita ha accelerato nel giro di poche ore. Lunedì i francesi sono usciti allo scoperto, dichiarando il 3,01% di Mediaset e l’intenzione di salire in fretta verso il 20%. Mediaset e Fininvest hanno subito bollato l’operazione come una “scalata ostile”, facilitata dal fatto che il contenzioso aperto proprio con Vivendi ha depresso il titolo di Piazza Affari negli ultimi mesi. La Borsa si è infiammata e martedì la giornata del Biscione si è chiusa con un vertiginoso +31,8%, che tra l’altro ha fruttato una lauta rivalutazione del patrimonio anche alla Fininvest, che in questo momento si sente “minacciata” da Bolloré.

Nella serata di martedì, Vivendi ha annunciato – come molti si aspettavano – che la sua quota era ancora più consistente: oltre il 12%, e per gli osservatori entro Natale si arriverà al 20% già dichiarato come traguardo auspicato da Bolloré. Fininvest non è rimasta a guardare e ha rastrellato altri titoli e diritti di voto, arrivando a un passo dal 40% che rappresenta il limite oltre il quale dovrebbe lanciare un’offerta su tutta la società. E’ per altro passata anche all’azione legale, denunciando l’operato del finanziere bretone alla Procura di Milano.

Mentre la Borsa fa il suo corso, si cerca di delineare quali possano essere le strategie sui due fronti della partita. Come ricostruisce Repubblica in edicola, in casa Berlusconi si sta decidendo la posizione da tenere: da una parte difendere le televisioni a ogni costo (e quindi metter mano alla cassa di Fininvest, magari anche usando i proventi della cessione del Milan) o piuttosto cercare di venire a miti consigli con Bolloré per sviluppare un progetto industriale che potrebbe in futuro coinvolgere anche Telecom, dove la stessa Vivendi è socio di riferimento. Per l’ex premier la questione è anche “familiare”, con i figli che l’approcciano da punti di vista differenti: Marina, Piersilvio e il padre non vogliono mollare l’impero dei media, e devono ricompattare anche Barbara, Eleonora e Luigi. Su sponda francese, invece, il dubbio è se Bolloré sia intervenuto nell’ennesima campagna italiana (è anche azionista di Mediobanca) in veste di industriale o di finanziere, interessato cioè soltanto a sfruttare l’investimento per un puro ritorno economico. In ogni caso, una volta posizionate le pedine sullo scacchiere di Borsa, si prospetta una guerra lunga.

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