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La cannabis di Stato prodotta a Firenze da gennaio in farmacia

Dic 12, 2016

Venti chili di fiori di cannabis già analizzati, confezionati e pronti per essere spediti. Lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze aspetta solo che siano firmate le ultime carte per poter iniziare a far fronte alla prenotazioni da parte delle Regioni o direttamente dalla farmacie ospedaliere. La produzione statale della marijuana terapeutica viaggia ormai a pieno regime, con varie fasi di coltivazione svolte contemporaneamente per avere un raccolto ogni tre mesi, e visto che ormai mancanog gli ultimi dettagli prima del via libera, a gennaio nelle farmacie delle strutture sanitarie e in quelle autorizzate alla distribuzione arriveranno i fiori preparati in Toscana. Il fabbisogno delle Regioni italiane, la maggior parte delle quali ha inserito la cannabis tra le opzioni terapeutiche a disposizione dei medici per combattere il dolore in una serie di patologie, dovrebbe essere di circa 100 chili all’anno. Dunque i 20 già prodotti dallo stabilimento fiorentino, diretto dal colonnello Antonio Medica, serviranno a rispondere alle prime richieste ma il lavoro dovrà essere continuo. Anche per questo l’attività delle serre non si interrompe praticamente mai.

In Toscana, come nel resto d’Italia, ancora oggi la cannabis viene acquistata all’estero, prevalentemente in Olanda, e sono nelle strutture che la prescrivono si attende che finalmente sia disponibile quella di Stato anche per risparmiare. Nella nostra Regione la struttura che distribuisce la maggior quantità di questa sostanza è il laboratorio galenico di Santa Maria Nuova, che ormai serve praticamente tutta l’area vasta centrale (Firenze, Empoli, Prato e Pistoia). Quest’anno i malati seguiti sono un po’ meno di 300, più della metà di tutti i toscani che utilizzano questa terapia. Poi ci sono coloro che prendono il Sativex, cioè un farmaco sotto forma di spray orale. Si è iniziato a prescriverlo dopo l’approvazione della legge regionale 18 del 2012. Secondo i dati dell’Agenzia regionale di sanità, nel 2013 l’hanno preso in 41, nel 2014 in 224 e nel 2015 in 229. «Il 50,6% dei soggetti considerati si concentra in una classe di età compresa tra 45 e 60 anni. Dei 346 soggetti ai quali, nel triennio considerato, è stato prescritto il farmaco, il 76,3% ha un’esenzione per sclerosi multipla», spiegano sempre dall’Agenzia.

La cannabis prodotta a Firenze non sarà però utilizzata per sintetizzare farmaci ma consumata, appunto, “al naturale”. Se uno specialista ritiene che uno dei suoi assistiti abbia bisogno di questo tipo di antidolorifico fa un piano terapeutico nel quale sono indicate le quantità da assumere ogni giorno e invia il paziente a ritirare la sostanza in una struttura ospedaliera, come appunto Santa Maria Nuova. In base alle linee guida delle società scientifiche e del ministero, la marijuana è un anti dolorifico di seconda scelta, cioè viene utilizzato quando altre sostanze, come ad esempio gli oppioidi, non hanno dato a quel determinato paziente un beneficio. Il ministero nei mesi scorsi ha fatto una sorta di “bugiardino” della cannabis, nel quale si spiega può funzionare come analgesico per patologie che implicano spasticità come appunto la sclerosi multipla oppure le lesioni del midollo. Ma può essere utile anche nel dolore cronico in generale e in particolare a quello di natura neurologica; può aiutare contro la nausea

da chemioterapia, radioterapia, o da terapie per l’Hiv; stimola l’appetito in chi ha anoressia nervosa o comunque non mangia a causa di gravi patologie. Infine c’è l’effetto ipotensivo nel glaucoma che resiste alle terapie convenzionali. La posologia, come detto, è di due tipi. Si può fare un decotto, mettendo a bollire le inflorescenze, oppure utilizzare un vaporizzatore che permette di inalare i principi attivi senza che la sostanza venga bruciata.

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