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Zuckerberg scommette sui video: ecco la nuova app Camera – La Repubblica

Feb 15, 2017

DOPO 13 anni Facebook cambia faccia, anzi interfaccia e si concentra sul linguaggio delle immagini. “Gli smartphone hanno cambiato il modo di comunicare – spiega Connor Hayes, uno dei project manager del Camera Team – oggi la comunicazione è ‘fotocentrica’, le persone amano raccontare se stesse con le immagini, ed è questa la direzione che vogliamo prendere con Camera, la nuova funzione dell’app di Facebook”.

La nuova applicazione, disponibile da oggi in Italia e presto in tutto il mondo, è lo strumento con il quale la piattaforma blu vuole venire incontro alle esigenze dei suoi utenti aumentando la possibilità di esprimersi attraverso video, animazioni ed ‘effetti speciali’ permettendo – al contempo – di limitare il pubblico dei video: sarà semplice decidere se inviare la nostra storia privatamente o a tutta la comunità virtuale.

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Con Camera saranno disponibili numerosi effetti interattivi e filtri (sulla falsariga di quanto già proposto da Snapchat), la possibilità di scegliere il pubblico del nostro racconto e infine Stories, il nuovo formato di Facebook che – come su Snapchat e Instagram – permette la condivisione di video a tempo. Con questa opzione i filmati scompariranno nel giro di 24 ore salvo che l’utente non decida di condividerli tradizionalmente nella propria bacheca.

Facebook è il social network generalista di maggior successo ma non può permettersi l’immobilità. Non sorprende, quindi, che la nuova app sembri prendere spunto dalle possibilità offerte da social network concorrenti che in passato hanno mangiato parte del suo pubblico. I più giovani, i ‘nativi social’, hanno iniziato da tempo a raccontarsi attraverso i video di Snapchat, semplici da girare, personalizzabili e soprattutto con un contenuto dotato di una scadenza: non tutto quello che passa sul web è pubblico o destinato a durare nel tempo. Così, dopo aver implementato la possibilità di raccontare le proprie storie su Instagram, Mark Zuckerberg ha deciso che questa era la direzione giusta anche per Facebook. Con Stories i video e le fotografie saranno disponibili solo ad alcune persone e, trascorse più di 24 ore da quando il destinatario avrà visualizzato il video, non sarà più possibile usufruire del contenuto. Se si decide invece di condividerlo con un post normale, invece, l’applicazione darà maggior evidenza al racconto che apparirà più grande rispetto agli altri in modo da renderlo più visibile.

Cambiano i contenuti condivisi, con il predominio dell’immagine sulla parola, e cambiano anche le persone con le quali si sceglie di condividere quel momento. La parola d’ordine, oggi, è la scelta del pubblico: la possibilità cioè di potersi raccontare privatamente o a una platea ristretta. Per questo motivo – con la funzione Direct – Facebook darà la possibilità di esporre la propria vita a una sola persona o a un gruppo chiuso di amici. Un’opzione che assomiglia molto a Messenger con il quale Direct rischia di ‘scontrarsi’. Una possibilità che gli sviluppatori hanno cercato di evitare focalizzando la comunicazione scritta sull’app di messaggistica istantanea tradizionale e quella visiva con il nuovo strumento: gli amici potranno rispondere alla nostra storia inviando una risposta individuale in Direct ma la replica sarà, per lo più, in video.

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Dal 2004 (anno del lancio di Fb) a oggi il mondo del web è cambiato e i social network rappresentano uno degli strumenti più utilizzati da tutti noi per comunicare con amici, parenti, colleghi o semplici conoscenti. Il regno della parola scritta, regina indiscussa di internet di una decina d’anni fa, sembra essere in declino e Facebook – il social che più di ogni altro sembrava darle peso e importanza – ha deciso di voler seguire la corrente e concentrarsi sulla comunicazione per immagini. Dopo gli status scritti su computer fissi con connessioni precarie, è arrivata l’era degli smartphone e delle fotocamere onnipresenti: una possibilità che non ha solamente cambiato il nostro modo di metterci in contatto con gli amici ma anche il linguaggio che utilizziamo. La comunicazione ora è mobile, multimediale, veloce e Facebook sembra aver imparato la lezione.

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