CORONAVIRUS: ATTACCHI INFORMATICI
Allarme della Polizia postale per la moltiplicazione dei tentativi di raggiro attraverso false email che sfruttano la paura dell’epidemia. Nel 2019 denunce per 111 milioni di euro
di Ivan Cimmarusti
16 marzo 2020
2′ di lettura
Basta scaricare un file dal titolo «regole di prevenzione coronavirus» e il sistema informatico di uno studio professionale, una società o una banca, ma anche di un privato cittadino, finisce nelle mani di quelli che nel gergo investigativo sono chiamati «sciacalli delle crisi». L’allerta della Polizia Postale è ai massimi livelli. «In questo momento le email italiane sono particolarmente sotto il tiro dei gruppi criminali che cercano di entrare nei nostri computer, utilizzando file nascosti da documenti allegati che riguardano il Covid-19. L’obiettivo, però, è di impossessarsi di credenziali riservate, per poi svuotare conti correnti o entrare in possesso di informazioni riservate», spiega il vice questore Ivano Gabrielli, a capo del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), un’articolazione della Polizia postale.
Il bilancio
D’altronde, numeri alla mano, nel solo 2019 risultano denunciate frodi attraverso il web che superano i 111 milioni di euro. C’è il caso delle Ceo e Bce fraud: la prima prende il nome dal chief executive officer, ossia l’amministratore delegato di una società, mentre la seconda da business email compromise. Attraverso queste due forme di frodi gli studi professionali possono vedersi sottrarre dati sensibili riservati. Stando ai dati risulta denunciato un danno pari a 21,5 milioni di euro. Sul fronte del cybercrime finanziario, invece, l’importo denunciato supera i 38,6 milioni, mentre per le truffe del trading online e per l’e-commercse si arriva, rispettivamente, a 17,9 milioni 33 milioni.
UN ANNO DI RAGGIRI ATTRAVERSO IL WEB
Cinque alert
Il monitoraggio ha permesso di individuare 5 diversi «alert» di frode: