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Virus di Wuhan, in Cina diverse città isolate. Tre casi in Francia – Rai News

Gen 24, 2020
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24 gennaio 2020

La Cina si ‘blinda’ contro il diffondersi del nuovo coronavirus 2019-nCoV, che nel Paese del Dragone ha superato la soglia delle 900 persone contagiate e provocato 39 morti, il più giovane un 36enne ricoverato all’inizio del mese dopo aver avuto la febbre per tre giorni. Segnalate le prime vittime fuori dalla provincia di Hubei, il cui capoluogo Wuhan è l’epicentro da cui è partito il focolaio.

Negativa a nCoV donna ricoverata ieri a Bari

Non è positiva al nuovo coronavirus la paziente ricoverata ieri a Bari con sintomi influenzali. Lo comunica lo stesso Policlicnio di bari riferendo che “in merito al caso sospetto della paziente ricoverata presso il reparto malattie infettive del Policlinico di Bari, l’istituto Spallanzani di Roma ha comunicato che la ricerca diretta del coronavirus 2019-nCoV è risultata negativa. Si conferma la diagnosi di infezione da micoplasma, individuata attraverso i test diagnostici già ieri sera. Dopo qualche altro giorno di terapia antibiotica la paziente uscirà dall’isolamento e potrà continuare la terapia a domicilio”.

Influenza di tipo B sulla paziente di Parma

Nella paziente ricoverata a Parma per sospetto caso di coronavirus cinese è emersa la presenza del virus influenzale di tipo B. È l’esito dei primi accertamenti effettuati presso il laboratorio dell’istituto di Igiene dell’Università di Parma su tampone orofaringeo della donna. Si attendono comunque ulteriori accertamenti da parte dei laboratori di riferimento per escludere la presenza di coronavirus.

Tre casi in Francia

Per l’Organizzazione mondiale della sanità non si può ancora parlare di ’emergenza globale’, ma intanto sono stati confermati in Francia i primi tre casi. “Probabilmente ne avremo altri”, ha detto il ministro della Sanità francese, Agnes Buzyn. E Pechino è corsa ai ripari per cercare di arginare i flussi massicci di questi giorni in vista del capodanno cinese, che cade sabato 25, una delle festività tradizionali più sentite. Il governo ha ordinato a tutte le agenzie di viaggio e agli operatori del settore di sospendere le vendite di tour nazionali e internazionali. Inoltre, ha bloccato i trasporti di almeno 13 città della Cina centrale, dove vivono almeno 36 milioni di persone.

La sezione Juyongguan della Grande Muraglia, quella più vicina a Pechino, le tombe dei Ming e la foresta della pagoda Yinshan Talin sono stati temporaneamente chiusi, come già avvenuto per la Città proibita. Anche Disneyland a Shanghai, una delle maggiori destinazioni turistiche, ha annunciato lo stop fino a data da destinarsi. Annullate migliaia di prenotazioni nei ristoranti, mentre McDonald’s ha annunciato la sospensione delle attività in cinque città della provincia di Hubei. Chiuse numerosissime sale, in quello che di solito è uno dei periodi migliori per il botteghino, che l’anno scorso ha generato oltre 800 milioni di dollari in biglietti venduti.

Il virus, intanto, continua a contagiare anche fuori dai confini cinesi. È stato confermato un secondo caso negli Stati Uniti. Si tratta di una 60enne di Chicago, tornata il 13 gennaio da Wuhan. La donna è “in condizioni stabili”. A livello nazionale, oltre 2.000 viaggiatori di ritorno negli Usa sono stati sottoposti a screening negli aeroporti americani e 63 pazienti in 22 Stati sono sotto controllo; finora 11 sono risultati negativi al virus. Aumentano, nel frattempo, i contagi in Corea del Sud, Giappone e Singapore. L’ambasciata d’Italia a Pechino ha reso noto che non risultano al momento casi di coronavirus tra gli italiani a Wuhan. Mentre in città iniziano a mancare maschere e dispositivi medici, è stata avviata in tempi record la costruzione di un nuovo ospedale da mille posti letto dedicato alla cura della malattia. La struttura prefabbricata, il cui completamento è previsto per il 3 febbraio, è modellata sull’ospedale Xiaotangshan di Pechino, realizzato nel 2003 per l’emergenza Sars: i lavori, partiti da zero, erano durati appena sei giorni. E in tempi record potrebbe essere pronto per i primi test sull’uomo anche un vaccino: meno di tre mesi, rispetto ai 20 mesi che furono necessari per arrivare a un vaccino sperimentale per la Sars.

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