Firenze. Oggi Giordano comincia il suo primo giorno di lavoro e anche la sua seconda vita. Ha cinquantancinque anni e negli occhi un improvviso futuro: «Non voglio altro che svegliarmi e correre al cantiere navale». Eppure la lista dei desideri potrebbe essere lunga per uno come lui che non ha più una casa e i suoi vestiti sono tutti dentro il sacchetto di un supermercato. «Quando gira male, precipiti e non si salva niente, ma niente» racconta lasciando spazi bianchi fra le parole. Giordano Piovesan, triestino trapiantato in Versilia, ex operaio specializzato, ha vissuto in strada l’ultimo anno e mezzo, «e che vergogna, non si può capire se non la vivi».
Viareggio, con una sola coperta addosso e un cartone per materasso, non ha niente a che vedere con il mare e con le cartoline. «Cercavo i sottoscala, le panchine dove non c’erano lampioni». Meglio i topi piuttosto che gli occhi della gente. Pranzo alla Caritas, lavarsi alle fontane. Giordano lo incontravi nella periferia, accovacciato al parcheggio di un Eurospin a guardare da lì quelli ordinati che facevano la spesa, avevano un lavoro e la sera tornavano a casa. Come, prima, faceva lui. «Ho lavorato per tredici anni come verniciatore nei cantieri navali, poi sono cominciati i contratti a termine e quando sono finiti non riuscivo più a trovare un posto perché un operaio specializzato costava troppo e non ero nemmeno giovane». Così è saltato tutto: «l’amore, la casa, gli amici, il conto corrente…». Si è ritrovato solo, senza poter pagare l’affitto, ha dormito in macchina fino a che non ha venduto anche quella. Un giorno, la sua storia di clochard in testa coda con la vita è stata raccontata sulle pagine del Tirreno e lo stesso giorno Michele Parini, amministratore unico di Austin Parker, cantiere navale del Pisano, ha letto l’articolo. «Sono rimasto così colpito che non potevo chiamare la segretaria e fissare i soliti appuntamenti». In Rete girava pure un video molto condiviso, sempre del Tirreno: “Perde il lavoro e finisce in strada: «Vi racconto il mio inferno»”.
L’imprenditore Michele Parini
«Ho scritto alla redazione, mi sono messo in contatto con Giordano e sono andato a prendere un caffè con lui. Volevo conoscerlo, parlarci» spiega l’imprenditore che sta scrivendo il lieto fino di questa storia. «Giordano mi è piaciuto per la dignità nella sofferenza, così gli ho offerto un contratto di sei mesi nel cantiere navale, poi vedremo. Da noi è andato via un operaio, ho parlato con tutti gli altri, volevo che fosse una scelta condivisa, di accoglienza». Nessuno si è tirato indietro: «A lui ho spiegato che non faccio beneficenza, ma che gli offro una possibilità, quella di ripartire con un sorriso. Gli pago un alloggio per i primi mesi, un bilocale che sto ancora cercando. Intanto si sistema in un bed and breakfast fra Livorno e Pisa, poi gli troveremo un motorino per venire al cantiere», prosegue l’imprenditore di Austin Parker, che produce imbarcazioni da 10 a 24 metri sui Navicelli a Pisa. «Lo faccio perché quando io sono andato a studiare negli Stati Uniti, là qualcuno mi ha aiutato e sono diventato quello che sono oggi. Quando gliel’ho detto lui piangeva, non credeva che fosse vero e invece ieri ha firmato il contratto». Operaio specializzato, tutto regolare con busta paga e buoni pasto.
Giordano ha trovato provvisoriamente un tetto a casa di un amico: «Per due giorni, di più non posso stare. Mi sembra ancora incredibile poter ricominciare… quando è andato tutto all’aria mi sono chiesto se e dove avevo sbagliato…». Comincerà a lavorare dal 15 novembre, oggi: «Ho scelto la data del mio compleanno – dice Michele Parini, 45 anni, sposato e con un figlio – volevo farmi io un regalo, dare un lavoro a Giordano».