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Vecchi cellulari e Intelligenza Artificiale per proteggere le aree verdi. Il piano di Huawei e WWF

Nov 19, 2021

AGI – Oltre mille segnalazioni acustiche di possibili attività illegali e più di trecentomila registrazioni di suoni della natura. E tutto questo grazie all’installazione di cellulari di vecchia generazione 2 e 3G (alimentati da pannelli solari) e dispositivi acustici in grado di ascoltare i suoni della natura (per finalità scientifiche) e di funzionare da orecchie per attivare interventi contro illeciti (tipo bracconaggio).

In che modo? Immagazzinando dati su un Cloud che verranno analizzati interpretati da tecnologie di Intelligenza Artificiale e lanciando allarmi. Dicevamo 1000 segnalazioni acustiche e 300 mila registrazioni: questi numeri sono i risultati dei primi tre mesi di sperimentazione di un progetto che è stato sviluppato da Huawei e WWF Italia (in collaborazione con l’organizzazione no-profit californiana Rainforest Connection). L’iniziativa si chiama non a caso “Guardiani della Natura” ed è stata presentata nei giorni scorsi nella Riserva Naturale Cratere degli Astroni (cratere dell’area vulcanica dei Campi Flegrei, in Campania, tra Napoli e Pozzuoli), una delle tre aree in cui sono stati installati questi dispositivi: le altre due sono Burano e Orbetello in Toscana.

“Sono quattro al momento i dispositivi installati da Huawei in zona – ha spiegato un esperto del WWF – sono tutti alimentati da pannelli fotovoltaici”. Il dispositivo, ha precisato Fabio Romano, Director of Industry Ecosystem Development Huawei Italia, è chiuso in una scatola che contiene un “vecchio cellulare”. La sua funzione è “registrare i suoni della natura H24“, suoni che poi verranno inviati e analizzati. “I dati vengono inviati alla piattaforma di proprietà di Rainforest Connection”. 

Tecnologia e ambiente

!La tecnologia può offrire un contributo enorme alla risoluzione di problematiche globali complesse e urgenti come la protezione dell’ambiente e la conservazione della biodiversità – ha sottolineato Wilson Wang, CEO di Huawei Italia – siamo da lungo tempo impegnati in progetti di sostenibilità e inclusione in tutto il mondo tramite il nostro programma Tech4All. Siamo quindi molto soddisfatti di essere riusciti a introdurre in Italia, attraverso la nostra partnership con il WWF e il supporto delle istituzioni locali, un modello efficace in grado di contribuire alla tutela del ricco patrimonio naturale del Paese”. 

Segnalazioni di attività illegali

In particolare le 1000 segnalazioni hanno permesso più di 15 azioni di verifica sul campo da parte delle forze dell’ordine, tra cui un blitz della Polizia Provinciale di Napoli che, accompagnata dalle guardie WWF all’interno dell’Oasi Cratere degli Astroni, ha effettuato il sequestro di un impianto acustico illegale per la cattura di fauna selvatica (bracconaggio), individuato proprio grazie ai sensori installati all’interno della Riserva Naturale. “Grazie a questi dispositivi riusciamo ad ascoltare quello che succede – spiega il WWF – per la decodifica invece ci viene in aiuto l’Intelligenza Artificiale”.

Analisi scientifica del panorama sonoro

Le 300 mila registrazioni audio provenienti dalle oasi coinvolte consentiranno invece uno studio della biodiversità in ambienti mediterranei, in collaborazione con gli esperti del Centro Interdisciplinare di Bioacustica del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia. Fra le ipotesi di ricerca scientifica si avrà la possibilità di analisi del panorama sonoro degli habitat per valutarne lo stato di salute analizzando la biodiversità acustica e l’impatto del rumore. Ci sarà l’opportunità di identificare le  delle specie presenti, con l’obiettivo di monitorarne presenza, trend e fattori di disturbo, come il cambiamento climatico, focalizzandosi su specie di particolare interesse (tra cui numerose specie ombrello, specie minacciate, rare o poco conosciute)

Il paesaggio sonoro

“Il paesaggio sonoro è la diretta espressione della vitalità, ricchezza e biodiversità di molti ambienti naturali e rappresenta una componente essenziale di molti ecosistemi nei quali gli animali hanno evoluto complessi sistemi di comunicazione, di ecolocalizzazione e di percezione dell’ambiente grazie al suono” ha spiegato Gianni Pavan, Professore di Bioacustica presso l’Università di Pavia. “L’ecoacustica è una nuova disciplina che nasce dal coniugare la bioacustica e l’ecologia, per studiare l’ambiente acustico naturale attraverso il monitoraggio della sua composizione, il riconoscimento delle specie presenti e il controllo del rumore di origine antropica che ha un impatto sulla vita di molte specie animali. Il paesaggio sonoro è anche importante per la fruizione umana ed è scientificamente riconosciuto il valore terapeutico dei suoni della natura associati alla mancanza del rumore antropico che ci affligge nella vita quotidiana”.

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