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Una Little Italy nel deserto: a Dubai una nuova terra promessa per gli italiani

Nov 14, 2016

DUBAI – Dimenticatevi Little Italy, le valige di cartone, il sogno americano e, magari, l’appartamento nel cuore di Manhattan. Oggi c’è un posto decisamente più caldo e accogliente, una metropoli nel deserto che offre stipendi da favola, estate tutto l’anno, mare e servizi di prima qualità. Non a tutti, certo, ma solo a chi è altamente specializzato, ha voglia di faticare e non si lascia abbattere dalle prime, inevitabili, difficoltà.

Dubai, la Las Vegas araba, tra grattacieli che si perdono nel cielo cobalto e le incredibili spiagge della Marina e di Jumeirah, è ormai da qualche anno la meta di tanti italiani che vogliono investire su se stessi. Lo dicono i numeri: tredicimila quelli in possesso di visto, quasi diecimila i residenti in città. Negli ultimi 4 anni, gli italiani registrati all’Aire a Dubai sono triplicati: erano appena tremila nel 2012: “Viaggiamo al ritmo di 100-150 arrivi di connazionali al mese”, spiegano dall’ambasciata italiana. “E il trend è costantemente in crescita”.

Qui arrivano soprattutto manager e imprenditori, esperti di moda e di ristorazione, consulenti e persino artisti. L’età media è fra i 30 e i 40 anni, giovani che magari hanno studiato o lavorato in giro per il mondo e trovano negli Emirati le condizioni giuste per fare business senza l’assillo di tasse e burocrazia. Molti di loro diventano amici, qualcuno alla fine si sposa (negli Emirati la convivenza è un reato, ecco perché a Dubai c’è un numero di matrimoni ben al di sopra della media), insomma basta fare una passeggiata a Downtown per scoprire una piccola Italia a due passi dal deserto.

Una Little Italy nel deserto: a Dubai una nuova terra promessa per gli italiani

Simona Briggiotta

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LA BLOGGER DI EVENTI – Simona Briggiotta, 38 anni, siciliana di Siracusa è arrivata a Dubai nel 2008 grazie a una folgorante vacanza con la famiglia. “Dopo la laurea in Economia e commercio e un Master in certificazioni Iso, ho lavorato a lungo come promotrice finanziaria per Banca Mediolanum. Appena ho visto la città me ne sono subito innamorata, ho cercato un posto di lavoro in banca ma non volevo un altro posto fisso. E allora ho deciso di trasformare il mio hobby in professione. Sono un’appassionata di appuntamenti mondani e concerti, ho aperto un blog e nel giro di qualche anno sono diventata un punto di riferimento a Dubai proprio per l’organizzazione di eventi di musica, moda e arte”.

nsomma, qui se vuoi sapere qual è l’appuntamento più importante in zona, o magari vuoi che al tuo compleanno arrivi una star della musica internazionale, devi consultare assolutamente dubaieventsblog.com di Samira Cooper, il nome d’arte che Simona si è scelto “per entrare più in empatia con la gente che vive negli Emirati”.

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Giacomo Bernardelli

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IL CIBO DOC DI GIACOMO – Giacomo Bernardelli, 36 anni, romano, vive fuori dall’Italia da più di un decennio. Anche lui, come Simona, lavorava in banca. Ma da sempre cercava l’occasione di mettersi in proprio. “È nato tutto per caso quando il mio capo di Londra è stato trasferito a Dubai. Gli ho chiesto se potevo seguirlo ed è cominciata la mia avventura. Qualche altro mese in banca, poi il tentativo – naufragato – di aprire una società con alcuni amici. Mi ero quasi rassegnato quando mio padre mi mandò da Roma la classica valigia piena di cibo italiano. Un’amica la propose ai titolari del suo ristorante, ne furono entusiasti e da quel giorno ho cominciato a importare italian food d’eccellenza. Oggi la mia azienda, Casinetto Quality Food Selection ha acquistato un aereo e un magazzino. Lavorano con me quaranta persone, molti italiani ma anche emiratini. Riforniamo ristoranti di lusso, alberghi e la grande distribuzione. Qui a Dubai ho coronato il mio sogno”

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Alessandra Pastore

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L’AMBASCIATRICE DELLA MODA – Alessandra Pastore, 35 anni, è brianzola di Monza. Ha lavorato per anni alla Tod’s, responsabile dell’area vendite in Medio Oriente: “Conoscevo bene Dubai, una città nella quale mi sono sempre sentita a mio agio. E poi avevo già tanti amici. Per questo, quando ho deciso di lasciare l’Italia e il mio lavoro, sono ripartita da qui. Nell’agosto del 2013 ho iniziato a collaborare con un distributore locale di marchi di lusso e devo dire che non mi sono mai pentita della mia scelta. Sono single e contrariamente a tutti i luoghi comuni sul mondo arabo, a Dubai sono molto rispettata”.

“È una città estremamente sicura, ben curata, e ho scelto di abitare a Marina e non in centro perché volevo un po’ più di tranquillità. Certo, qui vivi bene se hai un ottimo stipendio: i prezzi sono alti, degli affitti meglio non parlarne. Un difetto? Dubai non è pet-friendly. Gli animali non sono proprio ben visti. Io adoro i cani ma qui non saprei nemmeno dopo portarli a passeggiare. Ecco, questo mi manca molto…”.

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Alessandro Maniero

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ALESSANDRO, IL MAESTRO DELLA DECORAZIONE – Il primo vero problema che ha dovuto affrontare a Dubai Alessandro Maniero, 46 anni di Pordenone, ex giocatore di basket e alpino a Tolmezzo, è stato il clima: “Capirai, d’estate sfioriamo i 50 gradi, però alla fine ti abitui anche a quello”. Lui è arrivato una decina di anni fa per decorare l’Hotel Armani all’interno del Burj Khalifa. “Il tempo di fare un po’ di conti e di parlare con la mia famiglia e mi sono trasferito definitivamente”.

Ha aperto un’azienda di tintura e decorazioni molto richiesta da sceicchi e ricchi occidentali: “Non ho mai fatto pubblicità, sono diventato famoso grazie al tam tam dei miei clienti. Evidentemente hanno apprezzato il mio lavoro e anche il fatto che non mi sono mai risparmiato. Certo, qui a Dubai devi stare attento perché le fregature sono all’ordine del giorno, qualcuno che non paga in passato è capitato anche a me. Ma nei momenti più difficili ho tenuto duro. Vivere lontano da casa non è semplice ma sono sicuro che quando tornerò, questa metropoli nel deserto mi mancherà. E comunque, c’è ancora tempo…”

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Eleonora Caso

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LA SFIDA DI ELEONORA, DONNA E SOMMELIER – “Sono donna, single e sommelier in una terra nella quale bere alcol è vietato. Praticamente il diavolo…”. Scherza Eleonora Caso, laureata in marketing, per anni assistente del direttore d’orchestra Alberto Veronesi prima di trasferirsi a Edimburgo per lavorare in uno dei ristoranti di lusso della città scozzese. “Dagli Emirati mi hanno scovata su Linkedin, dove avevo aperto un profilo. Sono passati tre anni e mezzo, grazie alla passione per il vino e il bere di qualità ho aperto una mia società, la Cuvée 3, faccio consulenze per locali di lusso, organizzo lezioni e degustazioni anche in abitazioni private, trasformo il vino in un evento. In più insegno ad apprezzare anche il vero olio d’oliva e mi sono diplomata in sake”.

Quanto all’alcol, non è che poi a Dubai se ne consumi così poco: “Ovviamente, visto che qui vivono migliaia e migliaia di occidentali, nei ristoranti si serve tranquillamente. E in tante case – anche se non si deve sapere – si beve a volontà. Basta vedere alcune cantine da migliaia e migliaia di dollari nei sotterranei di certe ville…”.

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Francesco Sirimarco

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LA MOZZARELLA DEGLI EMIRI – Francesco Sirimarco è un napoletano di 34 anni che è riuscito a fondere tre business in un’unica azienda. Bianca Mozzarella & Co. produce nel cuore del deserto burrata e latticini di qualità – così confermano i suoi clienti su Tripadvisor – senza dover importare la materia prima dall’Italia (“garanzia di freschezza”, spiega Francesco con orgoglio).

In più è rivenditore grazie al suo grocery nel box park di Jumeirah e infine ristoratore visto che ormai da anni nel suo locale i clienti preferiscono sedersi per gustare specialità tipiche italiane: “Un’idea nata a tavolino proprio a Napoli – racconta Francesco – ma che si è sviluppata a Dubai, una città ideale per chi ha voglia di lavorare e crescere. Abbiamo scelto un settore, quello della mozzarella e dei prodotti caseari, che qui non aveva battuto nessuno. Una scommessa vinta, tanto che adesso stiamo per partire con un altro concept. Un marchio, Don Pizza, che porterà il cibo italiano più famoso nel mondo ad ogni angolo di strada grazie ai truck, i furgoni che si trasformano in veri e propri locali on the road. Speriamo bene”.

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Alice Scuratti

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ALICE, LA CUCINA FATTA IN CASA – Alice Scuratti, 33enne di Milano, ha seguito il fidanzato a Dubai nel 2013. “Ma dopo qualche mese di convivenza illegale, perché negli Emirati è inconcepibile che un uomo e una donna non sposati stiano insieme nella stessa casa, abbiamo regolarizzato la posizione. Lui è un manager della McKinsey, io non volevo certo stare qui a non fare nulla. Per una serie di coincidenze, mi hanno offerto uno stand durante un importante evento gastronomico e da quel giorno ho deciso di sfruttare il patrimonio di conoscenze che mi avevano tramandato in famiglia”.

Così è nato Fatto in casa, un progetto che punta a portare a Dubai le ricette della tradizione italiana. “Ci chiamano per cucinare e per insegnare alle donne degli Emirati i segreti dei nostri piatti. Sono persino andata in tv per un ciclo di lezioni, con me lavora anche un’amica esperta di vini da abbinare ai vari piatti. E siamo presenti a tutti i più importanti festival della zona, dove riscuotiamo un grande successo. Ma non chiamatemi cuoca, sono soltanto una donna alla quale piace mangiar bene. E pensare che a Milano, dopo la laurea in Economia, lavoravo in uno studio di commercialisti. Certo, la vita riserva ogni giorno tante sorprese…”.

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