Aldo Diallo aveva 35 anni ed la terza persona – in un anno – che muore per un incendio nella baraccopoli di San Ferdinando, in Calabria. Secondo le prime indagini la causa delle fiamme potrebbe essere un fuoco acceso dai migranti per riscaldarsi: polizia e carabinieri ipotizzano che una scintilla potrebbe aver provocato le fiamme che poi si sono rapidamente propagate tra le baracche fatte di materiale infiammabile come legno e plastica.
“Aldo” era il nome italiano che l’uomo senegalese si era dato: era l assieme ad alti migranti che lavorano nei campi della piana di Gioia Tauro. Si tratta di migliaia di stranieri le cui condizioni abitative sono precarie: Siamo stati attaccati per mesi – afferma Angelo Sposato, segretario generale regionale della Cgil Calabria – perch denunciavamo la violazione dei diritti umani e perch chiedevamo una sistemazione provvisoria sicura per mettere i lavoratori al riparo dalla morte. Luned pomeriggio Cgil e Flai nazionali, regionali e territoriali terranno una conferenza stampa a Gioia Tauro e in quella sede la Cgil annuncer una mobilitazione e un esposto alla magistratura. Questa morte, come le altre, ha precise responsabilit, politiche e istituzionali, sottolinea Sposato.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha annunciato: Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando. L’avevamo promesso e lo faremo, illegalit e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa. Salvini ha ricordato che per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto, tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalit.
Salvini nella tendopoli San Ferdinando: “Una vergogna”
Intanto c’ tensione tra i migranti che vivono nella baraccopoli: da tempo i braccianti chiedono soluzioni abitative alternative che superino l’emergenza. Nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato immediatamente dal prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, stato predisposto un piano per trasferire, nel breve periodo, i migranti che vivono nella baraccopoli di San Ferdinando. I circa 15 migranti sono stati spostati nella nuova tendopoli, gestita dal Comune di San Ferdinando e posta a poche centinaia di metri dalla baraccopoli.
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