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Un aereo con lo striscione, così a Taranto la protesta dell’indotto Ilva

Ott 29, 2017

N sciopero, n distribuzione di volantini ai passanti, n blocco delle portinerie del siderurgico. I lavoratori dell’indotto dell’Ilva di Taranto, per evidenziare la loro condizione di precariet in vista del passaggio dell’azienda alla nuova societ acquirente Am Investco Italy, ricorrono ad un bimotore. Un velivolo, infatti, sorvoler Taranto e l’area Ilva luned mattina dalle 11 alle 12 trascinando uno striscione con la scritta “Indotto Ilva=Zero Garanzie”. Un’iniziativa insolita dopo che gli stessi lavoratori nei mesi scorsi sono andati al lavoro per alcuni giorni mettendo al braccio la fascia del lutto.

Circa 7.600 addetti con 346 imprese, una gamma di servizi assicurati h24 che vanno dalle manutenzioni ai lavori edili, meccanici e di carpenteria, dalle pulizie industriali e civili alle mense, dai trasporti alle riparazioni. Ecco la consistenza dell’indotto Ilva solo a Taranto. Numeri significativi che si aggiungono ai 14.200 dipendenti diretti dell’Ilva, di cui poco meno di 11mila nel sito pugliese. Ora, se per il personale diretto Am Investco (Arcelor Mittal e Marcegaglia) si impegnato ad assumere 10mila unit su 14.200 (ma nella trattativa che riprende marted mattina al Mise i sindacati puntano ad azzerare o, quantomeno, a ridurre ancora gli esuberi), per l’indotto, dicono i sindacati, non c’ allo stato alcuna garanzia di continuit.

Ecco le richieste sindacali: le istituzioni e la politica garantiscano che nessun lavoratore perder il posto di lavoro, compreso i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto; una discussione di un piano industriale serio che non possa prescindere dal prendere in considerazione tutte le unit che lavorano nel mondo dell’indotto e di come saranno utilizzate a seguito della nuova organizzazione industriale di Am Investco; l’utilizzo delle maestranze dell’indotto gi presenti nell’Ilva per i lavori di bonifica previsti; ammortizzatori sociali uguali per tutti compreso il mondo dell’indotto.

Il tema sar prospettato anche nell’incontro che nel pomeriggio – 24 ore prima della trattativa sindacale – avranno al Mise col ministro Carlo Calenda il governatore pugliese Michele Emiliano e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Confronto che non era previsto ma che stato messo in scaletta dopo che il sindaco ha annunciato l’impugnazione al Tar del Lazio del decreto del presidente del Consiglio sul nuovo piano ambientale Ilva. E cos Calenda prima ha convocato Melucci e poi ha allargato il confronto anche ad Emiliano. “Gli esuberi all’Ilva siano evitati” come anche va evitata “la devastazione della casa ambientale”: nel suo ruolo di presidente della commissione Lavoro della Conferenza episcopale italiana, l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, approfitta infine della presenza al convegno di Cagliari, le “Settimane Sociali” del cattolici italiani, del premier Paolo Gentiloni per rivolgergli un appello a nome della Chiesa italiana.

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