il vicebrigadiere ucciso
Nell’ordinanza con cui il gip di Roma ha ribadito il carcere per i due americani accusati dell’ omicidio viene sottolineata la «totale incosapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante i quali nessun dei due ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturità<br/>eccessiva anche rispetto alla giovane età»
di Nicola Barone
29 luglio 2019
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Palloncini bianchi con un cuore viola e la scritta «Ciao Mario» aspettano l’uscita del feretro del vicebrigadiere Cerciello Rega dalla chiesa Santa Croce di Santa Maria del Pozzo, a Somma Vesuviana. Per l’ultimo saluto al carabiniere si è raccolta la comunità del luogo di cui era originario, una folla di mille persone, più le più alte cariche istituzionali, dai vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini al presidente della Camera Roberto Fico al sindaco di Roma Virginia Raggi.
«Mario era fiero di essere carabiniere e come tale aiutava tutti quelli che incontrava sul suo cammino, nessuno escluso. Non chiediamo al Signore perché ce lo ha tolto, ringraziamolo per avercelo donato». All’inizio delle esequie l’arcivescovo Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia, ricorda con commozione il giovane militare nella stessa chiesa dove circa un mese e mezzo fa si era sposato.
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Sulla bara, foto del matrimonio e una maglia del Napoli, di cui Mario era appassionato tifoso.
Cerciello Rega «ha servito persino la vita dei criminali, anche di colui che lo ha accoltellato e che, certamente, egli avrebbe voluto difendere dal dramma terribile della droga che disumanizza e rende vittime dei mercanti di morte, soprattutto i giovani» dice ancora nell’omelia l’arcivescovo Santo Marcianò.