Ci sarebbe una falla enorme nel sistema di monitoraggio degli spostamenti degli utenti di Uber, che sarebbero visibili a tutti i dipendenti della app di ride sharing più famosa del mondo.
Lo ha rivelato alla Corte di Giustizia della California l’ex dipendente Samuel Ward Spangenberg, che ha lavorato per Uber nel ruolo investigatore forense per 11 mesi. Nella dichiarazione giurata diffusa dalla testata Reveal, alla quale Spangenberg ha allegato documenti rilevanti, viene svelato che tutti gli spostamenti degli utenti nel periodo della sua permanenza in azienda potevano essere visualizzati da qualsiasi impiegato dell’azienda californiana, una mancanza di cautela che secondo Spangenberg costituisce una gravissima violazione della privacy.
L’ex esperto di protezione dei dati ha dichiarato alla Corte che molti dei suoi colleghi avrebbero impropriamente utilizzato il software interno “Heaven View”, che consente ai dipendenti di seguire in tempo reale gli spostamenti di un utente, per spiare celebrità (si parla di un dipendente che avrebbe seguito Beyoncé), politici e anche ex mogli o ex fidanzate.
Spangenberg avrebbe riportato la pratica scorretta secondo le leggi federali ai suoi superiori, ma pare che i suoi avvertimenti e la sua proposta di restringere l’accesso al software siano stati ignorati e che la sua insistenza per una maggiore protezione dei dati sia risultata nel suo licenziamento, avvenuto undici mesi dopo la sua assunzione presso Uber.