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Trattativa lunga con Bruxelles sul filo dei decimali

Ott 9, 2016

Sar una trattativa sul filo dei decimali, quella con Bruxelles, ma nulla accadr, con tutta probabilit, fino al referendum del 4 dicembre. Trattativa lunga, con una fase 2 che forse porter fino a maggio (come successe lo scorso anno). Il governo deve per tenerne conto, in certa misura, nel varare la manovra che comunque invier alla Ue.

Se l’obiettivo del Governo resta quello di fissare l’asticella del deficit 2017 al 2,4% del Pil, con un conseguente spazio di manovra aggiuntivo dello 0,4% (6,5 miliardi) a beneficio della manovra in via di definizione, il risultato finale potrebbe non essere del tutto in linea con tale obiettivo. L’apertura del commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici (disponibilit a verificare spazi di flessibilit per le spese sostenute per l’emergenza migranti e per il terremoto) un dato di fatto, anche se per la verit Moscovici si limitato per ora a ricordare quel che prevede la Comunicazione sulla flessibilit del gennaio 2015. Anzi ieri ha aggiunto che lo 0,4% di deficit aggiuntivo non esattamente l’importo che la Commissione sta valutando. Pare dunque probabile che alla fine il confronto si chiuda su un livello intermedio, come peraltro confermano fonti che seguono il dossier. Deficit 2017 al 2,2%, dunque, in ogni caso in aumento rispetto all’1,8% indicato dal Def di aprile, e ora rivisto al 2% dalla Nota di aggiornamento. Se questa sar l’entit finale dello scostamento, il Governo dovrebbe far conto su 3,2/3,3 miliardi di minori risorse a disposizione per la manovra del 2017.

In poche parole, se l’importo finale della legge di Bilancio sar confermato nei dintorni dei 23-24 miliardi, per finanziare tutte le misure in cantiere occorrer potenziare la dote della “spending review”, oppure elevare l’importo delle maggiori entrate attese dal combinato della nuova versione della voluntary disclosure e dei proventi attesi dalla lotta all’evasione. Per la verit, anche qualora la Commissione Ue concedesse tutta la maggiore flessibilit chiesa dal Governo, si tratterebbe comunque di risorse formalmente vincolate al finanziamento delle spese per l’accoglienza dei rifugiati e per il terremoto. Argomento anch’esso di trattativa, al pari dell’impegno che il Governo aveva sottoscritto in primavera a operare una riduzione del deficit strutturale nel 2017 pari allo 0,1% del Pil, a fronte di un peggioramento del saldo che Bruxelles aveva indicato nello 0,7% per l’anno in corso.

La sensazione che alla fine un compromesso sulla nuova tranche di flessibilit per il 2017 si trover. Mentre appare pi complesso il confronto sul saldo strutturale e soprattutto sulla riduzione del debito. Il nuovo target indicato nella Nota di aggiornamento al Def al 132,8% quest’anno e al 132,5% nel 2017, dunque con un anno di ritardo rispetto all’impegno preso a maggio. Qui ben pi complessa e impegnativa. Se non certo pi tempo di sanzioni, come lo stesso Moscovici ha precisato a pi riprese, il mancato rispetto dell’obiettivo di riduzione del debito potrebbe comunque aprire la strada a una procedura di infrazione per eccesso di squilibri macroeconomici. Possibilit teorica. Dipender dallo stato di avanzamento del confronto politico con la Commissione. Di certo, nulla accadr fino alla celebrazione del referendum costituzionale del 4 dicembre, appuntamento cui Bruxelles e le capitali europee guardano con apprensione. Poi si aprir la fase due della trattativa. E la strada che la Commissione potrebbe seguire, peraltro in linea con quanto deciso per la legge di stabilit del 2016, potrebbe consistere in una momentanea “sospensione” del giudizio in novembre, cui seguirebbe in primavera il via libera accompagnato dalle rituali raccomandazioni.

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