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Torino, gran coda per l’amatriciana di solidarietà con le vittime del terremoto

Ago 28, 2016

Non aveva ancora cominciato a servire gli spaghetti alla amatriciana, la cucina da campo allestita dalla Protezione Civile di Torino per la spaghettata di solidarietà con i terremotati, che c’erano già più di 500 persone in coda, ad aspettare di poter dare il loro contributo per i terremotati del Centro Italia rispondendo all’appello della sindaca Chiara Appendino. Poco dopo le 15 erano stati servite oltre tremila porzioni di amatriciani. Gli organizzatori hanno ordinato altra pasta per far fronte alle richieste.

Com’è la pasta? “Buona, complimenti ai cuochi”, dice la signora Antonia, una delle prime ad essersi sedute nel refettorio da 250 posti allestito dai volontari. All’inizio della fila, che a mezzogiorno si allungava per tutta la piazza, e tornava indietro come un serpentone, c’è una teca di cristallo. All’interno un mucchio di 10 e 20 euro. Sono le offerte – libere – che la sezione comunale dei volontari di Protezione Civile invieranno alle popolazioni colpite dal sisma nel Centro Italia.

Cinque quintali di spaghetti, 200 chili di passata di pomodoro, 80 di guanciale. La lista della spesa è imponente. Quanto basta per preparare i 5mila piatti di “amatriciana solidale”, che oggi, da pranzo a cena, saranno distribuiti in piazza San Carlo. Gli ingredienti sono stati offerti da Metro, Coop e Berruto Pasta, e finiranno nel pentolone della cucina da campo della Protezione civile, la stessa che nel 2009 servì in cinque mesi 130mila pasti nella tendopoli di San Giacomo a L’Aquila. “La cucina – precisa Marco Varvelli, coordinatore dei volontari di Protezione civile del Comune di Torino – può arrivare a sformare anche 80 piatti ogni dieci minuti”.

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Ai fornelli ci sarà la squadra cucina della sezione comunale di Protezione civile, coordinata da alcuni docenti dell’istituto alberghiero

Colombatto. “Abbiamo chiesto alla sindaca Chiara Appendino – continua Varvelli – di poter allestire qui, in questa piazza aulica, l’iniziativa, perché fosse coinvolta tutta la città e anche i turisti”.

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