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Terremoto, emergenza animali: mille allevamenti nella zona colpita. In campo una task force

Ago 27, 2016

ROMA – Ci sono alcuni animali che resteranno nella storia di queste giornate tragiche del terremoto, fatte di dolore e speranza. I cani che hanno salvato persone rimaste intrappolate sotto le macerie, come Leo – il magnifico labrador “in servizio” da tre anni per la Polizia di Stato – che la sera del 24 ha aiutato a estrarre la piccola Giorgia, 4 anni, dai resti della sua casa a Pescara del Tronto. E’ stato il suo fiuto straordinario a percepire la presenza di una vita in quel disastro.

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C’è Matilde, la barboncina bianca che esce da sola dalle macerie e si mette ad aspettare i padroni davanti a quel che resta della casa. Tommy, il cane premiato dal presidente delle Republica per il suo servizio all’Aquila che torna in scena anche ad Arquata del Tronto, trovando due persone ancora in vita.

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E poi il cocker che durante la cerimonia a Pomezia veglia la bara del padrone.

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O il cane salvato dai soccorritori, abbracciato teneramente dal suo proprietario ferito. Insieme a loro, però, ci sono gli animali domestici sepolti nel crollo delle case. E quelli che in queste ore rischiano la vita. Greggi abbandonate in campagna, e poi polli, conigli, asini rimasti in fienili e casolari lesionati, distrutti o inagibili, con sistemi di mungitura inutilizzabili. Mentre frane e smottamenti sulle strade rurali impediscono la necessaria consegna quotidiana di latte che è andato perduto.

Coldiretti parla di circa mille aziende agricole che operano nell’area interessata dal sisma dove c’è bisogno, tra l’altro, di foraggi, mangimi, generatori di corrente, carrelli per la mungitura, pali e filo elettrificato per le recinzioni. Si temono – anche qui – azioni di sciacallaggio. Per questo sono in azione ronde realizzate dai giovani della Coldiretti che di sera vigilano sulle aziende agricole lontane dai centri abitati, mentre sulla base delle esigenze si sta procedendo alla consegna di carrelli per la mungitura e generatori di corrente alle aziende colpite con la collaborazione dell’Associazione Italiana Allevatori (AIA) e di mangimi con l’aiuto dei Consorzi Agrari d’Italia (CAI).

In provincia di Rieti, poi, è cominciato l’intervento della LAV a supporto del Corpo forestale dello Stato per soccorrere e accogliere i tanti animali rimasti randagi. Saranno impiegati due mezzi – di cui uno abilitato al trasporto animali – tre veterinari, un educatore cinofilo, tre operatori specializzati in cani, gatti e altri animali. La base operativa è fissata nella Scuola del Corpo forestale di Cittaducale che accoglierà i numerosi animali in difficoltà e coordinerà tutti gli operatori. Gli animali saranno curati, nutriti ed assistiti. Nelle ore immediatamente successive al terremoto, infatti, sono stati numerosi gli appelli giunti alla Lav che si mobilitata raccogliendo la disponibilità di volontari, professionisti e Istituzioni. L’operazione continuerà anche per i prossimi mesi, superando la fase dell’emergenza, così come già sperimentato all’Aquila.

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