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Terremoto di Amatrice. Confermate in appello le condanne per il crollo di due palazzine 

Mar 14, 2023

AGI – Confermate in Appello, a Roma, le condanne per il crollo delle due palazzine di edilizia popolare di Piazza Augusto Sagnotti, ad Amatrice in seguito al terremoto del 24 agosto 2016. Accolte quindi, dalla Corte d’Appello, le richieste del sostituto procuratore generale Francesco Mollace per i crolli che causarono la morte di 19 persone.

Confermata dunque la condanna per due imputati: Ottaviano Boni, all’epoca direttore tecnico dell’impresa costruttrice Sogeap, condannato in primo grado a nove anni e Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile, condannato a cinque anni. Per tutti gli imputati l’accusa è di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni. Disposto invece il non luogo a procedere per Luigi Serafini per incapacità irreversibile di partecipare al processo.

È invece deceduto Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice, condannato a sette anni in primo grado. Morto in precedenza anche Franco Aleandri, allora presidente dell’Iacp. Il tribunale aveva condannato tutti gli imputati e i responsabili civili (Ater, Regione Lazio e il Comune Amatrice) al risarcimento dei danni in favore delle parti civile da quantificare in sede civile.

Le parti civili: “Scritta una pagina di giustizia

“È stata scritta una pagina di giustizia e di verità da parte della Corte di Appello di Roma per tutti i familiari delle vittime che hanno compreso che la morte dei loro cari non deriva da un terremoto eccezionale, il terremoto non è stata espressione di una natura matrigna ma ci sono precise concause umane”. Lo ha detto, dopo la sentenza di appello, l’avvocato Wania della Vigna, legale che rappresenta nel procedimento una quarantina di parti civili.

“Le palazzine ex Ater, popolari, erano connotate da attività illecita fin dal momento della loro costruzione, quando non rispettarono la normativa antisismica dell’epoca, nel momento in cui mancarono le verifiche, i controlli. Hanno cercato di mettere a posto le carte – conclude il legale – senza preoccuparsi della salvaguardia di chi ci viveva. Sono morte tante persone, famiglie completamente sterminate, però oggi sanno che cosa è accaduto”. 

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