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Telefonia, in stand by il taglio dei costi per chi cambia operatore

Gen 27, 2019

Dovremo continuare a pagare, chissà per quanto tempo ancora, costi di cambio operatore telefonico che l’autorità di settore (Agcom) ha già giudicato eccessivi. L’Agcom a novembre infatti aveva stabilito regole per tagliare questi costi, dando tempo fino a gennaio agli operatori per adeguarsi. Ma gli operatori non l’hanno fatto, a quanto risulta dalle caratteristiche delle offerte e contrattuali presenti sui loro siti. Pende del resto un loro ricorso al Tar del Lazio, contro queste regole: l’udienza per ottenerne la sospensiva è prevista il 6 febbraio. Anche Sky ha fatto ricorso, dato che le regole valgono pure per la pay tv (sebbene Agcom abbia riscontrato principalmente in telefonia il problema dei costi eccessivi).

Ricordiamo le nuove regole. Prima: in telefonia il costo di disdetta base (che c’è su rete fissa e va di solito dai 35 ai 65 euro) non può essere superiore a quello del canone. Seconda: gli operatori devono ridurre il costo di disdetta anticipata (quella fatta prima della scadenza del contratto di offerte promozionali, su rete fissa o mobile) in modo proporzionale alla durata residua del contratto. Se gli utenti disdicono poco prima della scadenza dovrebbero pagare meno, insomma.

Terza: gli utenti devono continuare a pagare a rate il costo di apparati inclusi nel contratto (per esempio uno smartphone), anche dopo la disdetta. Ancora adesso invece gli operatori fanno pagare tutte le rate residue in un colpo solo.

A un’indagine sui siti dei principali operatori, risulta che il costo di disdetta base si è ridotto ma non del tutto (circa 35 euro in genere, contro i precedenti 40). Il costo di disdetta anticipata non scende ancora in base alla durata residua del contratto e può arrivare a 99 euro (solo Fastweb non ce l’ha, ma ha un costo di disdetta base di 56 euro). Comunque c’è un progresso su questo fronte, dato che fino all’anno scorso qualche operatore faceva l’opposto: applicava costi di disdetta più alti per chi disdiceva dopo, perché chiedeva la restituzione di tutti gli sconti promozionali dati all’utente.

Infine, gli operatori continuano a chiedere tutte le rate in un colpo solo in caso di disdetta anticipata, fattore che Agcom giudica uno dei maggiori disincentivi al cambio operatore (e quindi alla concorrenza.)

Bisognerà aspettare l’esito delle attività ispettive di Agcom, che per la delibera di novembre dovevano partire a gennaio; eventualmente l’Autorità può sanzionare gli operatori per la “disubbidienza” finora mostrata. Il Tar potrebbe però sospendere le nuove regole – e quindi i tagli a questi costi – il 6 febbraio. Dovremo infine aspettare il giudizio di merito del Tar (a data da destinarsi) per capire se davvero potremo dare il benvenuto a una nuova era per i costi di cambio operatore.

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