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Tav, Conte: non realizzarla costerebbe molto più che completarla

Lug 23, 2019

il premier su Facebook

«Alla luce dei nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto di più che completarlo. E dico questo pensando all’interesse nazionale, che è l’unica ed esclusiva stella polare che guida questo Governo»

23 luglio 2019


Conte dice sì alla Tav: non realizzarla costerebbe più che completarla

2′ di lettura

«Alla luce dei nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto di più che completarlo. E dico questo pensando all’interesse nazionale, che è l’unica ed esclusiva stella polare che guida questo Governo». È la posizione del Governo italiano espressa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Questa è la posizione del Governo ferma restando la piena sovranità del Parlamento», ha chiarito il premier. «I fondi europei – ha sottolineato Conte – sono assicurati solo dalla realizzazione del Tav e non potremmo farne un uso alternativo».

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Conte ha quindi spiegato i motivi del sì dell’Esecutivo, che doveva esprimersi sul tema entro venerdì, pena la perdita dei finanziamenti europei. Innanzitutto, l’Europa «è disponibile ad aumentare il finanziamento della tratta transfrontaliera dal 40% fino al 55 per cento». Il secondo elemento è che «per quanto riguarda la tratta nazionale, del valore di 1,7 miliardi, l’Italia potrebbe beneficiare di un contributo dalla Commissione pari al 50% e anche qui saremmo di fronte a un sostanzioso risparmio». Inoltre, «ulteriori finanziamenti sarebbero disponibili grazie all’impegno del ministro Toninelli che devo ringraziare pubblicamente».

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Un terzo elemento ha proseguito Conte è che «la Francia si è espressa per la conferma della realizzazione dell’opera. L’Assemblea nazionale ha approvato il 18 giugno la Legge sulla mobilità con cui sono stati confermati gli impegni della Francia alla realizzazione del Tav, come mi aveva anticipato Macron. Ne consegue che se volessimo bloccare l’opera, e se fosse possibile fare un progetto alternativo, non sarebbe possibile condividerlo con la Francia. Per bloccare l’opera non potremmo confidare su quello che tecnicamente si chiama “mutuo dissenso” degli altri protagonisti, Francia e Ue. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale viste anche le leggi di ratifica adottate dallo stesso Parlamento. La decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia. Queste decisioni, tengo a precisarlo, sono state approvate prima dell’arrivo di questo Governo».

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