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Taranto, folla alla messa per Nadia Toffa. La mamma di Francesco, morto di tumore a 20 anni: “I nostri eroi vivono”

Ago 14, 2019

Sull’altare Il suo libro “Fiorire d’inverno”, col volto sorridente impresso sulla copertina. La chiesa stracolma, con gli “Amici del Mini bar”, i genitori di Francesco Vaccaro e le persone a lei più vicine nella città di adozione in prima fila, con indosso la maglia e la scritta Ie jeshe pacce pe te della battaglia per la raccolta fondi in favore dell’oncologia pediatrica dell’ospedale Ss. Annunziata.

Una Taranto commossa e partecipe ha voluto rendere omaggio a Nadia Toffa nulla chiesa Gesù divin lavoratore del rione Tamburi. La stessa chiesa davanti alla quale dava appuntamento alle persone del quartiere ai piedi dell’acciaieria ex Ilva impegnate con l’inviata e coconduttrice del programma tv Le Iene nelle battaglie contro il cancro. La malattia che l’ha portata via la notte del 12 agosto.

Al lato dell’altare durante la messa voluta dal gruppo del Mini bar da cui nacque la campagna in favore dei bambini malati, divenuta popolare grazie a Nadia Toffa, c’era anche gonfalone del Comune di Taranto, di cui era diventata cittadina onoraria lo scorso febbraio.

“I nostri eroi vivono”. Con queste parole Milena Cinto, madre di Francesco Vaccaro, il ragazzo coraggioso morto in maggio dopo anni di battaglia contro la malattia, diventato amico di Nadia Toffa, ha iniziato il suo discorso.

Nella chiesa sono riecheggiate anche le parole dell’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, che ha ricordato come “Il suo impegno per la raccolta fondi a favore del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale è stato un segno tangibile della sua bontà e della grandissima sensibilità, dimostrando che una cronaca negativa può essere trasformata in un racconto di speranza solo attraverso il proprio impegno”.

Nadia Toffa aveva realizzato diversi servizi televisivi dedicati alla questione Ilva e all’emergenza sanitaria e ambientale a Taranto. Santoro ha anche citato le parole di Nadia Toffa, quando disse che “Il Signore mi ha dato questa sfida e io ce la sto mettendo tutta, combatto non bisogna mollare mai, mai! Perché non siamo soli”. In questa “messa – ha concluso l’arcivescovo – preghiamo per Nadia, per i suoi cari, per tutti gli ammalati e per la nostra città perché con tenacia e fiducia affronti le sue sfide”.

Al termine della cerimonia è partito un lungo e commosso applauso.

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