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Taormina “rischiosa” per Donald Trump: notti a Sigonella, in elicottero al G7

Apr 25, 2017

ROMA – Le stradine di Taormina troppo anguste per le super car del corteo di Donald Trump: da lì non passano. Il presidente deve avere vie di fuga, ovunque si trovi, autentica ossessione del Secret Service. Gli hotel in cima alla rocca – dove pure dormiranno tutti i capi di Stato e di governo, a due passi dal Teatro Greco – ritenuti sicuri per gli altri, ma non per il pernottamento del presidente americano: meglio la base di Sigonella. E poi il percorso dall’elipista, pur costruita ad hoc , fino al cuore della cittadina: stretto anche quello e percorribile solo da auto in fila indiana, “pessima soluzione”.

Taormina è stata l’ultima fortezza araba in Sicilia, i tedeschi hanno isolato la rocca facendone il loro quartier generale finale. Ma della storia agli americani interessa poco. Quel paesino, che pure sarà trasformato in un’inaccessibile “zona rossa”, viene considerata alla stregua di una trappola. Così, i militari Usa che da settimane ormai battono palmo a palmo la cittadina in cui il 26 e 27 maggio si terrà il G7, il vertice dei sette Grandi, non ne sono ancora venuti a capo: più che una rocca, un rompicapo, in termini di sicurezza. “Il problema è che stanno facendo impazzire anche noi”, racconta esausto dal suo ufficio al Comune il sindaco di Taormina, Eligio Giardina.

Il primo risultato del loro pressing, spiegano gli uomini del governo italiano distaccati all’organizzazione del summit, è che il neo capo di Stato americano non dormirà all’Hotel Timeo, dove pure al momento è confermata la sua presenza e quella della delegazione ristretta, e dove sono registrati gli altri capi di governo. E nemmeno all’Hotel San Domenico, altro cinque stelle per i presidenti attesi, dove si svolgeranno i lavori. No, Trump dormirà con molta probabilità nella base americana di Sigonella e da lì si sposterà in elicottero. Anzi, in un primo momento gli americani – terrorizzati dall’incubo Etna e dalle polveri di pomice che in caso di eruzione potrebbero danneggiare i motori dell’elicottero militare del presidente – avevano optato per il trasporto in auto dalla base Usa a Taormina. Ma sarebbe stato troppo complicato (e insicuro) pure quello: alla fine si sono rassegnati. Come pure resta, a titolo di ipotesi suggestiva ma ormai improbabile, quella di una portaerei da ancorare sul tratto di mare sottostante. Il fatto è che il pernottamento di Trump fuori dalla città non risolve tutte le grane del dossier sicurezza stelle e strisce. Perché sempre i militari in borghese che hanno presidiato e in parte ancora presidiano la rocca siciliana, scelta da Matteo Renzi per il G7, si sono accorti che impervia e soprattutto stretta è la strada che dall’Elipista, realizzata ex novo accanto al campo sportivo e sotto il cimitero, porterà su fino alla sede degli incontri all’Hotel San Domenico. È il motivo per il quale in fretta e furia è stato aperto in questi giorni un cantiere d’emergenza che nell’arco di due settimane dovrà portare al ripristino quanto meno del manto stradale. Allargare la via, come avrebbero voluto gli americani, non sarà possibile. Tutto sarà pronto per tempo, ha assicurato la sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi passata in ricognizione sabato scorso tra i cantieri di Taormina. Ma i problemi non finiscono qui. Gli altri presidenti – dalla Merkel al canadese Trudeau al giapponese Abe – dormiranno al Timeo o in altri hotel e da lì percorreranno le poche centinaia di metri per i lavori o per il concerto al Teatro nelle piccole “golf car” elettriche, se non addirittura a piedi, non così ancora una volta Trump. A piedi è categoricamente escluso, è stata la risposta della sicurezza Usa, che non prende nemmeno in considerazione – raccontano fonti italiane – l’ipotesi di far muovere l’inquilino della Casa Bianca su mezzi diversi dal consueto corteo di blindati. Altro che

mini auto elettriche. “Ma Corso Umberto è lungo 900 metri – spiega il sindaco Giardina – e le trenta auto che vorrebbero usare lo occuperebbero quasi per intero. Come fanno a muoversi?” Per venire incontro alle esigenze del Secret Service la conferenza stampa finale portebbe tenersi nel più ampio e sicuro Palazzo dei Congressi, facilmente raggiungibile anche dalle auto. Ma non basterà quello a far dormire sonni tranquilli agli americani nei prossimi trenta giorni.

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