• 4 Maggio 2024 10:08

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Suicidi in carcere, il 2022 annus horribilis

Mar 23, 2023

AGI – “Auspico che il Presidente Rocca proceda al più presto alla convocazione dell‘Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria della Regione Lazio. Si tratta di un tavolo presieduto dall’assessore alla Sanità regionale che in questo caso è lo stesso presidente Rocca, e di cui fanno parte il presidente del Tribunale di sorveglianza, il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise e i rappresentanti di tutte le Asl competenti. È importante che il tavolo torni a riunirsi, perché bisogna mettere a registro l’offerta dell’assistenza sanitaria alle persone detenute dopo il ciclone della pandemia, le politiche per l’affollamento, quelle dei servizi che possono migliorare la salute dei detenuti. Penso a quello che è possibile fare con la digitalizzazione, come la telemedicina che in ambito carcerario può ovviare ai problemi logistici dell’assistenza specialistica, garantendone la tempestività”. È quanto dichiara in un colloquio con l’AGI Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, sottolineando l’importanza dell’Osservatorio che ha il compito di monitorare la situazione sanitaria della popolazione carceraria, segnalando avvenimenti di interesse sanitario o eventuali problematiche e criticità negli Istituti penitenziari di tutto il territorio regionale.

Stefano Anastasìa è stato eletto dal Consiglio regionale del Lazio per la seconda volta Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nel 2021. È stato anche Garante della Regione Umbria e dal 2018 è il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali nominati dalle regioni, dalle province e dai comuni italiani, organismo istituito presso la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome.

A Regina Coeli si sono verificati già tre suicidi di detenuti dall’inizio dell’anno. Quali sono i dati nel Lazio relativi a questi tragici eventi?

Lo scorso anno nella Regione Lazio ci sono stati sei suicidi nelle carceri. Quest’anno il dato nazionale ci dice che si sono già registrati 12 suicidi di cui tre nel Lazio, questi ultimi avvenuti proprio a Regina Coeli. Certamente anche un solo suicidio è un evento grave, ma al momento sembra che il dato sia in diminuzione rispetto all’anno scorso, quando in tutta Italia 84 detenuti si sono tolti la vita. È stato un numero record: significa che abbiamo avuto una media di sei/sette suicidi al mese. Il maggior numero di episodi si è verificato nel periodo estivo che è sempre uno dei momenti più delicati per lo stato d’animo delle persone costrette in carcere. Speriamo che quest’estate non sia come quella precedente”. 

Quali eventi hanno portato a un’impennata dei suicidi nel 2022?

Occorre evidenziare che l’anno scorso stavamo uscendo dalla pandemia e tutto il Paese si rimetteva in movimento, questo può aver accentuato il senso di abbandono dei detenuti. Finita l’emergenza pandemica, la vita all’esterno del carcere è tornata alla normalità mentre negli istituti di pena si è rimasti in condizione di solitudine e si è fatto più forte il sentimento di abbandono. 

Come intervenire per evitare episodi di aggressioni subite da chi lavora nelle carceri da parte di detenuti?

Alle aggressioni agli operatori nelle carceri, sia di polizia che sanitari, causate dal sovraffollamento, dall’inappropriatezza della detenzione e dalla carenza di attività in carcere, si può rispondere in maniera durevole ed efficace solo con la riduzione dei detenuti e il conseguente potenziamento delle attività rieducative. 

Nelle carceri della regione i dati del sovraffollamento sono in linea con quelli nazionali?

Secondo i dati del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, in Italia il sovraffollamento carcerario è al 110%, cioè 10 detenuti in più ogni 100 posti letto. Nel Lazio, invece, la media del tasso di occupazione carcerario è del 120%. Siamo al disopra, quindi, del dato nazionale. Il dato va però anche analizzato a seconda dei vari Istituti di pena regionali: in alcune carceri come Regina Coeli, Rebibbia Nuovo complesso, Velletri, Civitavecchia e Viterbo il tasso di affollamento arriva anche al 150%. 

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