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Stupri di Rimini, i genitori dei due fratelli minorenni rischiano l’espulsione

Nov 8, 2017

RIMINI – “A salvaguardia dell’interesse pubblico alla sicurezza nazionale” il ricorso è respinto: nessun rinnovo del permesso di soggiorno per i genitori dei due minorenni accusati di aver partecipato agli stupri di gruippo di Rimini. Padre e madre non possono restare in Italia, questo ha stabilito il tribunale dei minori di Ancona, come riporta il Resto del Carlino.

Inidoneità genitoriale, mancato interesse a una reale integrazione, spinta all’assistenzialismo, oltre a una lunga lista di reati più o meno gravi. In sintesi, dunque, per i giudici di Ancona il padre e la madre del 15enne e del 17enne coinvolti nei terribili fatti di fine agosto sul lungomare di Rimini sono un cattivo esempio per i figli. Il padre, 50enne, ha incassato nel tempo “condanne per oltraggio a pubblico ufficiale, furto, falsa attestazione sull’identità propria, guida in stato di ebbrezza alcolica, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, porto abusivo di armi, evasione, violazione del divieto di rientrare nel territorio italiano tanto da essere agli arresti domiciliari per espiare una pena residua” (che si concluderà nella primavera del 2018). Non ha mostrato nel tempo “alcuna capacità educativa dei figli”, ha tenuto “un atteggiamento spesso polemico” nei confronti delle istituzioni “e con un’ottica di puro assistenzialismo”, alla caccia quindi di un sostegno economico da parte dello Stato italiano, “senza mostrare alcun sincero e concreto interesse a una sana e armonica integrazione nella società”. Invece che essere una guida per i suoi figli, “con la sua condotta di vita istiga i minori a non integrarsi nella realtà italiana e a non rispettare le regole di convivenza comuni”.

E nemmeno la madre è per i giudici un esempio positivo. Definita una figura “aggressiva, arrogante, pronta a minacciare di abbandonare i figli (ha anche una bimba di 4 anni e un maschio di 13) ai servizi sociali”; quando uno dei figli ha commesso un furto, lei lo ha ripreso non perché avesse commesso un reato, ma perché “si era fatto prendere”.

La richiesta di rinnovare il permesso di soggiorno per “stare accanto ai loro quattro figli per educarli e inserirli nella comunità”, è dunque respinto per entrambi, come aveva chiesto la Procura, anche se “l’allontamento del familiare o il definitivo sradicamento del minore dall’ambiente in cui è cresciuto comportano un evento traumatico”. Ora il legale della coppia farà appello rispetto alla decisione del tribunale.

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