Spotify, Deezer e altri servizi di musica in streaming che operano in Europa, contro Apple ed Amazon. La Digital Music Europe, ovvero l’alleanza che riunisce queste piattaforme, ha infatti inviato una lettera a Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea. La logica è stata quella di segnalare un’ipotetica concorrenza sleale da parte dei due colossi statunitensi.
La notizia è stata riportata dal Financial Times, secondo il quale Daniel Ek (co-fondatore di Spotify) e Hans-Holger Albrecht (CEO di Deezer), nella lettera in questione avrebbero invitato la Commissione Europea a garantire condizioni eque nel mercato dello streaming musicale, in relazione a determinate piattaforme che, appunto, abuserebbero regolarmente delle proprie posizioni privilegiate.
L’esempio portato da Spotify fa riferimento ad Apple. Sembra infatti che, nel momento in cui un utente decida di acquistare i servizi premium della piattaforma di streaming musicale attraverso l’App Store, l’azienda di Cupertino trattenga il 30% di commissioni, guadagnandoci a prescindere.
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Il tutto senza dimenticare come, sia Apple che Amazon, abbiano dei propri servizi di streaming musicale. Questo, secondo l’accusa mossa dalla Digital Music Europe, porrebbe gli editori (ed anche gli svluppatori di giochi) in una posizione di svantaggio nel momento in cui gli utenti effettuano acquisti attraverso gli store dei due colossi statunitensi.
Una battaglia, questa dello streaming musicale, che in realtà si trascina ormai da diverso tempo. Già lo scorso anno da parte di Spotify, Deezer ed altre aziende, era arrivato l’invito alla Commissione Europea a puntare la lente d’ingrandimento sulle policy adottate dai big dell’hi-tech nei rispettivi store di applicazioni.
Inoltre, impossibile non fare riferimento all’operazione portata a termine da Apple due giorni fa. L’azienda di Cupertino ha infatti acquisito Shazam, come vi abbiamo riportato in un nostro precedente articolo. Tra le varie motivazioni che hanno spinto la Mela ad una mossa del genere, c’è palesemente quella di voler sfruttare la base di utenza dell’app in questione in relazione ad Apple Music.
Una motivazione che, come abbiamo ipotizzato, potrebbe avere ripercussioni rispetto ai servizi di streaming concorrenti. Non è escluso infatti che Shazam possa, in ottica futura, indirizzare tutte le ricerche verso Apple Music ed iTunes, escludendo Spotify, YouTube e tutti gli altri. Un’ipotesi non confermata in via ufficiale, ma che rappresenta comunque uno scenario verosimile. In tal senso, vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi.
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In ogni caso, appare evidente come la battaglia nel settore dello streaming musicale si prepari ad entrare nel vivo. La stessa Unione Europea, a giugno, ha promesso un intervento per regolare i rapporti tra gli sviluppatori di app e le aziende che vendono prodotti e servizi attraverso le piattaforme proprietarie.
La logica è evidentemente quella di poter equlibrare il mercato, fornendo delle indicazioni precise ai big dell’hi-tech. La sensazione comunque è che l’intero settore sia prossimo ad un importante cambiamento, il tutto in attesa che Apple ed Amazon possano controbattere alle accuse mosse dalla Digital Music Europe.