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Italia ai quarti, e la Germania non deve fare paura

Giu 27, 2016

Scontro tra grandi per i quarti dell’Europeo. Italia e Spagna si rispettano e si temono. Contrariamente a quanto scritto da pi parti in questi giorni, negli ultimi anni abbiamo perso (supplementari compresi) una sola volta, nella finale dell’Europeo del 2012. Le nostre eliminazioni, sia nel Vecchio Continente che in Confederation Cup, sono arrivate solo ai rigori. Quindi anche i nostri avversari avrebbero preferito trovare qualcun altro. Una sola avvertenza ai lettori: scrivo in tempo reale mentre si gioca, quindi considerazioni e analisi possono cambiare nel corso dell’articolo esattamente come in campo.

L’atteggiamento iniziale degli azzurri sembra quello giusto: difesa e contropiede, come nelle nostre caratteristiche troppo spesso sacrificate sull’altare di un calcio totale che non ci appartiene. Si gioca sotto scrosci di pioggia, con gli spagnoli impegnati nella solita ragnatela di passaggi e possesso palla che appartengono anche allo stile dei loro club.

Il punto fondamentale, per Buffon e compagni, riuscire a restare “corti” per evitare che gli avversari trovino spazi larghi nei quali infilarsi e riescano a giocare tra le linee di difesa e centrocampo. E allo stesso tempo occorre liberare velocemente l’area senza cercare per forza la giocata elegante e l’impostazione fin dalla fase difensiva. I primi sette minuti trascorrono pi o meno con questo copione fino a quando Pell, con un bellissimo colpo di testa, sfiora il vantaggio evitato solo da una grande parata del portiere De Gea.

L’Italia chiude bene gli spazi e anche un fuoriclasse come Iniesta (curato praticamente a uomo da Parolo) fatica a impostare con la solita lucidit. Non sar facile tenere sempre questo ritmo e concentrazione, ma senza dubbio la strada giusta.

Altra azione degli azzurri dopo aver riconquistato un pallone a centrocampo e palo colpito da Giaccherini con una bellissima rovesciata: l’arbitro turco Cakir si inventa un fallo dello stesso Giaccherini per gioco pericoloso, ma lo spavento per gli spagnoli resta lo stesso. Pu sembrare un paradosso, ma finora gli azzurri hanno avuto pi spazio degli avversari per costruire gioco senza subire il pressing avversario.

Il primo tiro spagnolo arriva dopo 19 minuti, ma De Sciglio ribatte ancor prima che debba intervenire Buffon. Nonostante la ragnatela di passaggi i nostri avversari faticano a liberare gli attaccanti in zona pericolosa, anche se il movimento di David Silva costringe spesso Giaccherini ad allargarsi trascurando Fabregas che resta libero. Situazione potenzialmente pericolosa, della quale si lamenta Parolo discutendo a bordo campo con il Ct.

Primo ammonito della partita De Sciglio, al 23esimo minuto, per una trattenuta non proprio da cartellino giallo. Ma subito dopo, su recupero difensivo di Bonucci, il contropiede porta al colpo di testa Parolo: palla di poco fuori sulla sinistra di De Gea. Possesso palla spagnolo, numero di occasioni azzurro.

Conte, evidentemente non soddisfatto per la costruzione di gioco del nostro centrocampo, chiama a scaldarsi Thiago Motta: forse una minaccia per De Rossi, che dovrebbe essere pi attento nel salire e servire i due compagni di reparto sulle fasce laterali, pi che una reale intenzione di procedere adesso a una sostituzione. Vedremo…

Tiro senza pretese di Iniesta al 27esimo minuto, con il pallone che scivola lento verso la porta e arriva tra le mani di Buffon. Ribaltamento di fronte e Sergio Ramos nel tentativo di liberare l’area sulla pressione azzurra per poco non infila la propria porta con il pi classico degli svarioni difensivi. Quando l’Italia si porta in attacco la difesa spagnola sembra in affanno.

Euro 2016: 2-0 alla Spagna, Italia ai quarti

Trentunesimo minuto, di nuovo azzurri in avanti e fallo su Pell abbattuto appena fuori dall’area di rigore. Posizione semi centrale per un calcio di punizione che rimanda tutti al pensiero di quando c’era Pirlo. Eder tira altrettanto bene, De Gea para miracolosamente ma sulla ribattuta arriva Chiellini e segna per un meritatissimo vantaggio. La gara ancora lunga, ma sul piano tattico inizia a correre sui binari che Conte aveva sognato: Spagna costretta a sbilanciarsi in avanti e spazio per il nostro contropiede. Peccato che al 36esimo l’arbitro turco si inventi un fallo su Iniesta, al quale Pell aveva tolto palla in modo pi che regolare. Per fortuna nulla di fatto sull’azione successiva.

Gli spagnoli adesso sembrano nervosi, sono costretti a giocare una gara diversa da come l’avevano immaginata: il giallo per Nolito, che rifila un pestone a De Rossi, ne l’emblema. Ultimi cinque minuti del primo tempo, e a due minuti dalla fine gli azzurri arrivano di nuovo nell’area avversaria sprecando con un cross debole e indirizzato in braccio al portiere. Subito dopo Giaccherini costringe De Gea all’ennesimo intervento in extremis, gli iberici sono ancora in partita solo per le parate del loro estremo difensore. Fischio dell’arbitro e 15 minuti di riposo: De Rossi ancora in campo e Thiago Motta rimasto in panchina. Conte l’ha usato come minaccia nei confronti del romanista. Il calcio non la ginnastica, dove decidono le giurie, ma il vantaggio dell’Italia molto pi ampio di quanto dica il risultato parziale.

A inizio ripresa cambio per la Spagna: fuori Nolito, dentro Aduriz molto abile nel gioco aereo. Ma subito l’Italia con uno spunto di Florenzi a mettere in affanno De Gea. Su calcio d’angolo, al terzo della ripresa, Morata riceve libero a due metri da Buffon: colpo di testa che sembra pi che altro un retropassaggio e finisce, per nostra fortuna, tra le mani sicure del portiere azzurro. Incredibile che Morata potesse essere libero in quella posizione senza nessuno a contrastarlo. Sui calci da fermo la difesa italiana si schiaccia troppo verso la linea di porta, lasciando vuoto lo spazio appena fuori dall’area piccola. Spazio dove diventa facile, per gli spagnoli, colpire il pallone.

Italia Spagna 2-0, si va ai quarti

Al 53esimo minuto entra Thiago Motta al posto di De Rossi, che non accetta bene la sostituzione. Probabile, tuttavia, una sua non perfetta condizione fisica e Conte deve anche pensare alle (eventuali) prossime partite. Un minuto dopo Eder si mangia il raddoppio tirando contro De Gea nel pi classico dei contropiede: bravo, occorre dirlo, il portiere spagnolo a restare in piedi fino al momento del tiro. Ma il tiro di Eder era mirato esattamente su di lui. L’affanno spagnolo quando gli azzurri giocano rapidamente e in profondit evidente.

Al 58esimo fallo netto di Piqu su Eder, l’arbitro non fischia: le sue interpretazioni a nostro sfavore sono perlomeno discutibili, in pi di una occasione. Ancor peggio al 61esimo, quando David Silva abbatte De Sciglio con il piede a martello. Calcio di punizione, ma niente giallo: misteri del calcio e dell’applicazione del regolamento.

Ancora azzurri in attacco e ancora azione da gol: sprechiamo troppo, il 2-0 sarebbe perfino un risultato modesto per quanto abbiamo costruito e per le occasioni avute. Sapevamo della difficolt del nostro attacco in chiave realizzativa, oggi ne abbiamo avuto la prova evidente.

Prima azione “da Spagna” al 70esimo minuto, con palla a terra e tiro a giro di Aduriz che sfila sulla destra di Buffon. Non dobbiamo concedere alla Spagna di arrivare vicino all’area piccola, come gi sottolineato a fine secondo tempo: ma qualche volta, con avversari di questo calibro, quasi inevitabile che accada. Intanto esce Morata ed entra Vasquez.

Brivido al 73esimo, ma un chiaro fuorigioco e comunque Buffon aveva fatto il miracolo deviando sul palo. Non un mistero che con Motta al posto di De Rossi ci sia meno copertura, e che quindi la difesa resti un po’ meno protetta, ma solo un’interpretazione possibile di quello che sta accadendo da qualche minuto a questa parte.

Al 75esimo palla persa in difesa (come dicevo non dobbiamo per forza fare giocate raffinate, basta buttarla lontana) e tiro di Iniesta con parata di Buffon. Che subito dopo replica con un altro intervento da campione sul tiro da fuori di Piqu. Adesso la Spagna preme e la difesa azzurra soffre oltre il dovuto. Mancano 12 minuti allo scadere dei 90 regolamentari e aspettiamo in difesa con atteggiamento troppo remissivo.

Nove minuti alla fine, doppio cambio per le due squadre: fuori Eder e dentro Insigne, a cercare freschezza e rapidit in questi ultimi minuti di gioco, mentre la Spagna fa uscire Aduriz infortunato e inserisce Pedro. All’83esimo Conte richiama uno stanco Florenzi, bella partita la sua, e mette in campo Darmian.

Sei minuti alla fine, Insigne si beve il difensore diretto e prova a sorprendere De Gea dalla lunga distanza: palla respinta, ma l’attaccante azzurro dimostra che la sua rapidit pu essere importante per aprire la difesa avversaria.

Azione pericolosa degli spagnoli a quattro minuti dalla fine, il pallone attraversa la nostra area di rigore e finisce in calcio d’angolo. Sugli sviluppi, nulla di fatto. Buffon sorride.

Tre minuti alla fine, Spagna in attacco e Italia ancora troppo chiusa sulla linea difensiva: Darmian subisce un fallo che consente a tutto il reparto di rifiatare. Thiago Motta, lentissimo, viene ammonito a due minuti dalla fine per un netto fallo di ostruzione. Giallo inevitabile: salter gli eventuali quarti, potrebbe non essere un male.

Un minuto alla fine, Piqu arriva in area su un nostro errore e scarica un tiro che Buffon para in modo pi che miracoloso. Fabregas lo batte e l’Italia riparte in contropiede: Pell come Pel, 2-0 senza discussione e Spagna eliminata. Quel che resta da giocare solo per il cronometro.

Adesso tutti i commentatori si lanciano in lodi sperticate e salgono sul carro del vincitore. A me resta la soddisfazione, concedetemelo, di dire: l’avevo scritto. Come potete facilmente verificare.

Quattro minuti di recupero, ma la fine della Spagna del ciclo d’oro. Battuta da quell’Italia che non avrebbe mai voluto incontrare, ben sapendo che i rigori non sono parte del gioco e che non sempre si arriva a tirarli.

Adesso la Germania: punto un euro sugli azzurri. Buon Europeo a tutti.

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