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Scontro fra treni in Puglia, la lettera ai feriti: per il risarcimento serve il biglietto Ferrotramviaria

Set 8, 2016

Nessun risarcimento senza biglietto. Non sarà facile per i parenti delle vittime e i feriti nello scontro fra treni del 12 luglio scorso sulla linea Andria-Corato della Ferrotramviaria, chiedere un risarcimento per i danni subiti. Non fosse altro perché i primi tentativi avanzati dai parenti dei sopravvissuti al tragico incidente ferroviario in cui sono morte 23 persone si stanno infrangendo contro un ostacolo sorprendente: fra i documenti che bisogna consegnare per testimoniare la propria presenza nelle campagne coratine, c’è anche il titolo di viaggio della Ferrotramviaria.

Chi non possiede il biglietto non potrebbe dunque accedere a nessuna richiesta di risarcimento danni. Chi pretende quel risarcimento deve avere avuto la freddezza di conservare con sé il biglietto in quelle ore drammatiche. I parenti delle vittime devono essersi premurati di recuperare i resti del ticket obliterato la mattina del 12 luglio dal loro caro in quel viaggio maledetto.

A denunciare l’incredibile vicenda, alcune persone che nei giorni scorsi hanno provato a presentare domanda di risarcimento e che in tutta risposta hanno ricevuto una comunicazione da una società incaricata da Ferrotramviaria di seguire gli sviluppi assicurativi dell’incidente. La società ferroviaria del Nord Barese si tira fuori dalla storia, facendo sapere che non ha mai gestito la parte relativa ai risarcimenti e alle conseguenze assicurative del caso, preso in carico direttamente dalla compagnia assicurativa che copre Ferrotramviaria.

A rendere ancora più sorprendente gli sviluppi dell’incidente, c’è

anche la testimonianza del parente di una vittima della Corato-Andria: “Si vocifera – dice Giuseppe Castellano, che in quell’incidente ha perso il padre – che nei giorni successivi all’incidente alcune persone che non erano sul treno siano andate in ospedale per farsi refertare ferite procurate durante l’incidente ferroviario. Una forma di sciacallaggio che spiegherebbe la motivazione della richiesta, se non squallida, certamente cinica, relativa al titolo di viaggio”.

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