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Ruggiero: “Così porterò Tiscali in utile”

Ott 30, 2017

Lui che è stato amministratore delegato della rete fissa di Telecom Italia sotto la gestione di Tronchetti Provera, lo sa bene. Gareggiare contro l’operatore dominante è faticoso. “Bisogna pedalare e anche molto, è una strada in salita”. Riccardo Ruggiero, dopo sette anni dal 2001 al 2007 inTelecom, è passato sull’altro fronte, prima con l’operatore Aria, specializzato nella tecnologia Lte che permette di sviluppare la banda larga sulle frequenze mobile, e da un paio di anni con Tiscali, proprio a seguito della fusione con Aria. E’ lui ad avere preso il timone al posto di Renato Soru, che “è rimasto – confida Ruggiero – solo un azionista”. Il suo obiettivo è portare dopo quasi vent’anni di purgatorio l’azienda in utile.

Come farà a centrare questo obiettivo?

“Il primo passo è il rinnovo della concessione per la banda 3400/3600. Abbiamo già fatto domanda e ci aspettiamo che possa avvenire con la prossima legge di Stabilità. La nostra licenza scade nel 2023, ma un rinnovo già ora ci permetterebbe di pianificare meglio la nostra strategia. Vodafone e Tim lo hanno già ottenuto, su altre frequenze. Ora lo attendiamo anche noi”.

E che strategia ha in mente?

“Tiscali deve sviluppare la propria rete Lte. Il nostro progetto è di costruire mille impianti entro un anno e mezzo per raggiungere i nostri clienti fino a casa loro. Una volta creata, si potrà abbandonare Telecom e appoggiarci solo su OpenFiber (il gruppo che opera nelle dorsali a banda larga di Enel e Cdp, ndr)”.

Quali vantaggi porterebbe questa migrazione?

“Enormi. Oggi, dovendo passare sulla rete di rame di Telecom Italia, per incassare 100 euro di traffico, abbiamo costi diretti del venduto pari al 50%. Se invece i dati e la voce dovessero transitare prevalentemente sui nostri sistemi Lte e sulla banda larga di OpenFiber, i costi diretti si ridurrebbero al 20%. Un margine che permetterebbe a Tiscali di tornare a fare nuove campagne pubblicitarie e ulteriori investimenti”.

Quanti clienti avete oggi?

“Sono circa 450mila in banda larga fissa e oltre 260mila nel mobile. Di questi, solo 35mila navigano sulle nostre strutture di proprietà. Gli altri sono tutti domiciliati su Telecom. Il passaggio è fondamentale per permettere a Tiscali di arrivare all’utile di bilancio”.

Quando lo avete programmato?

“Il pareggio a fine anno, poi dipende da come andranno gli investimenti, con mille impianti potremmo raggiungere un milione di clienti”.

Ma il vostro piano è coperto finanziariamente?

“Abbiamo rinegoziato il debito con Banca Intesa e con BPM. Ci hanno dato la loro la fiducia e la ricambieremo e abbiamo fatto importanti accordi con Fastweb e Open Fiber” .

Certo che Telecom Italia è un bel tappo…

“La rete può essere un vantaggio, ma oggi dipende dagli investimenti che faranno con le nuove tecnologie che coniugano fibra e wireless con cui si può colmare il divario e aiutare il Paese a crescere nella banda larga. Siamo indietro rispetto all’Europa per gli obiettivi al 2020”.

Che ne pensa di una nazionalizzazione della rete Telecom?

“La rete è di proprietà di Telecom, ma e’certo che se si allenta la morsa regolatoria all’operatore dominante i primi a beneficiarne sono i loro clienti retail, perché chi ha bisogno di grande connettività ha già offerte diverse, può scegliere. Bisognerebbe rendere trasparente la struttura per gli altri operatori, in modo che possano calibrare meglio le proprie offerte”.

Telecom farebbe bene a cederla, secondo lei?

“Non voglio esprimere opinioni al riguardo, dipende da cosa si vuole previlegiare. Oggi con le nuove tecnologie possono scegliere di investire in innovazione e puntare tutto su una politica commerciale forte, che attualmente non possono fare per tutti i vincoli che le Authority impongono legate al fatto di possedere l’unica rete che arriva in casa di tutti gli italiani. Senza regolamentazione, Telecom avrebbe le mani libere”.

Voi puntate tutto sulle nuove tecnologie?

“L’Italia è un Paese estremamente frazionato e con una geografia difficile. Ci sono 8mila comuni sparsi ovunque. E’ impossibile portare il cavo a tutti e diseconomico. Con la tecnologia Lte si possono coprire interi territori senza grandi opere. Una antenna garantisce una fascia tra i 3 e i 6 chilometri a 100megabit”.

E ora arrivano anche le frequenze 5G…

“Siamo interessati anche noi, l’utilizzo arriverà a breve “.

Quindi il governo punta a incassare subito i 2,5 miliardi dell’asta?

“Il governo gioca d’anticipo e potrebbe incassare anche di più, come hanno fatto altri Paesi ed è molto positivo, l’importante è che tutti gli operatori, incluso chi oggi è sulle frequenza 3.4-3.6Ghz, possano beneficiare di una normativa chiara”.

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