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Ristori, riceve 77mila euro in più per errore: li restituisce ma gli bloccano il sostegno

Gen 16, 2021

“Ogni volta che racconto la mia storia c’è qualcuno che, volendo essere diplomatici, mi dà dell’ingenuo. Io non sono stupido sono solamente onesto”. Alessandro Gullotto ha 49 anni, una moglie, due figli, gestisce il ristorante La caletta ad Anguillara Sabazia, 150 coperti sul Lago di Bracciano a 32 chilometri da Roma. Come tutti i ristoratori dopo il lockdown e la chiusura dovuta alla pandemia è stato costretto a ricorrere alla misura di sostegno dei Ristori, ha inoltrato la sua richiesta e dopo alcuni mesi si è visto bonificare sul conto dell’azienda la cifra sorprendente di 83.654 euro. Sorprendente perché alla sua attività, in base al decreto, spettavano 6.105 euro. E qui inizia la sua storia che al momento non ha un lieto fine perché dopo la prima tranche e la restituzione del denaro in più. La caletta di Anguillara non ha più ricevuto un euro di ristoro.

“La prima reazione è stata di stupore, sgomento ma anche paura. Ci siamo detti ‘e ora che facciamo?’. Ci siamo immediatamente attivati per restituire la parte eccedente scrivendo numerose Pec all’Agenzia delle Entrate e contattando la nostra commercialista. In quel momento gli uffici erano chiusi, era impossibile essere ricevuti, così abbiamo atteso la risposta dell’Agenzia che però non era soddisfacente. Non era prevista la restituzione del denaro eccedente se con un F24 come in una sorta di ravvedimento”.

Che avete fatto allora?

“Non avendo ricevuto risposte chiare al nostro quesito su come restituire la somma dopo circa dieci giorni ci siamo rivolti al nostro direttore di banca che ci ha consigliato di fare un bonifico all’Agenzia delle Entrate. E così abbiamo fatto: abbiamo trattenuto la parte che ci spettava, 6150 euro, e la restante, 77.549 mila euro, l’abbiamo bonificata all’Agenzia delle Entrate allo stesso Iban che l’aveva erogata”.

E poi cosa è successo?

“Qui nasce il problema perché contestualmente, e probabilmente sbagliando, la nostra commercialista ha inviato una lettera di rinuncia all’Agenzia delle Entrate. Ma di rinuncia alla parte eccedente non di rinuncia alla misura dei Ristori. Fatto sta che il secondo e terzo ristoro, che dovevano essere erogati in automatico, non sono arrivati. Ci siamo informati e la risposta è stata che quella lettera di rinuncia era stata accolta come se noi avessimo rinunciato totalemente ai Ristori”.

A quel punto vi siete mossi per attivare nuovamente il sostegno?

“Sì, abbiamo ricominciato ad inviare le Pec raccontando quello che era successo ma la risposta ricevuta ci ha lasciati senza parole. Secondo l’Agenzia delle Entrate il loro software non è in grado di sbloccare la nostra pratica e ora stanno lavorando con il personale informatico per aggiornare il programma e permettere di annullare il vecchio procedimento e ripristinare il nuovo così da erogare la seconda e la terza tranche. Purtroppo non mi hanno dato alcun arco temporale, si potrebbe sbloccare tra una settimana o un mese o sei. A me i Ristori non servono per andare in vacanza ma per poter lavorare, se dovessero arrivare tra sei mesi o un anno la mia azienda non ci sarà più”.

Tornando indietro restituirebbe il denaro in più?

Certamente restituirei il denaro ma non come ho fatto. Terrei da parte i soldi in eccedenza, invierei una Pec per comunicare l’errore e attenderei le loro disposizioni. Se avessi fatto così avrei percepito il secondo e il terzo ristoro e anzi, nella seconda tranche, avrei forse percepito 150 mila euro e nella terza altri ottanta. Chiunque ha sentito la mia storia mi ha detto che sono stato ingenuo, io sono convinto di aver fatto la cosa giusta. Non ho mai rubato nella mia vita e non inizio a 50 anni ma non riesco a immaginare come sia possibile che nel 2021, quando tutti parlano di digitalizzazione, non si trovi il modo di intervenire su un software”.

Qual è l’aspetto che la preoccupa maggiormente della sua vicenda?

“L’aspetto negativo è non essere riusciti a trovare un interlocutore con il quale confrontarci nel momento del bisogno. Sicuramente qualcuno ha sbagliato, l’Agenzia nell’inviarci la somma errata e magari anche la nostra commercialista nell’inviare la rinuncia. Ma dato che l’errore è umano ci deve essere anche la possibilità di recuperare a quell’errore. Se qualcuno mi avesse detto alla prima Pec quale era la procedura per la restituzione ora non sarei qui”.

Per alcuni lei è visto come un esempio virtuoso, un eroe delle legalità. E’ d’accordo?

“In un momento in cui la categoria dei ristoratori è molto attaccata forse la mia è una storia virtuosa. Il nostro è un lavoro faticoso, fatto di grandi passioni, grandi rinunce, lontani dalla famiglia e dai figli. Molto spesso veniamo trattati con troppa superficialità. Ma gli eroi sono altri, sono quelli che resistono nonostante tutto, che continuano a guardare in faccia la famiglia pur non avendo mezza certezza. Gli eroi sono quelli che si portano un peso sulle spalle e nonostante questo portano anche serenità. Io sono solo un cittadino al quale piace informarsi, leggere, capire. Auspico una rivoluzione culturale ma per farla dovremmo leggere qualche libro in più e giocare meno alla PlayStation”.

Quale libro consiglierebbe di leggere?

Amor di patria del giornalista Marco Sassano. Racconta duecento anni di storia di una famiglia italiana. Dovrebbero leggerlo soprattutto i giovani”.

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