Elisa ha dieci anni e un cuore che, per la prima volta al mondo, è stata sottoposto a un’operazione di rimodellamento del ventricolo sinistro. Ama andare a cavallo e ha un soprannome tutto suo, il “pulcino combattente”. Un marchio di fabbrica che il nonno Chicco si è inventato proprio dopo averla vista, in ospedale, per la prima volta: “Aveva pochi giorni e aveva appena subìto la prima di una lunga serie di operazioni – racconta la mamma, Francesca Ferroni -. Era in braccio a me, con un unico ciuffo di capelli diretto verso l’alto: mio padre l’ha vista è ha detto che somigliava a un pulcino, “ma combattente”. E si è inventato questo logo, lui che per tutta la vita si è occupato di pubblicità: lo ha disegnato con un suo collega grafico e lo ha fatto diventare il simbolo di Elisa. Rappresenta la sua voglia di vivere: è per questo che, dopo l’ultima operazione, me lo sono fatto tatuare sulla spalla sinistra. Quella del cuore”.
Policlinico San Donato, reparto di Pediatria: è qui che è seguita Elisa, che frequenta la quinta elementare in zona San Vittore ed è nata con una malformazione “che si chiama canale atrioventricolare – spiega Giuseppe Pomè, il cardiochirurgo che l’ha seguita sin dalla nascita -. A questo, nel suo caso, si è aggiunta una complicanza rara: la parte sinistra dell’organo non si è sviluppata in modo corretto, causando così uno sbilanciamento dei due ventricoli”. Una condizione difficile, che ha determinato “diversi periodi trascorsi in ospedale o a casa”, racconta Francesca. E che, soprattutto, alla fine ha portato Elisa, alcuni mesi fa, a essere operata dal cardiochirurgo Lorenzo Menicanti.
E a diventare, suo malgrado, un caso clinico unico a livello internazionale: su di lei i medici hanno infatti usato una tecnica, molto usata al Policlinico San Donato che è specializzato proprio in cardiochirurgia e cura del cuore, che di solito è applicata su pazienti di almeno 65-70 anni. Ovvero, il rimodellamento del ventricolo, “quello che in modo un po’ spinto – spiega Menicanti – potremmo definire la chirurgia plastica del muscolo cardiaco”. Pensata, appunto, per cuori affaticati, provati da infarti e malattie. Proprio come quello di Elisa, che però di anni ne ha solo dieci: “Dopo uno degli interventi che aveva subito, il cuore di Elisa si era fermato per un infarto. A causa del quale uno dei ventricoli era deformato, e aveva una grossa cicatrice che impediva all’organo di battere in modo regolare: era come se fosse non più il cuore di una bambina, ma di un’anziana”, spiega Menicanti.
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Di qui, la decisione di tentare l’intervento mai provato prima su una paziente in età pediatrica. Una decisione vincente: Elisa pochi giorni fa è stata sottoposta all’ultimo controllo “e sta bene: è tornata a scuola e a cavalcare, la sua grande passione”, racconta con un sorriso Francesca. Che da 18 anni lavora al consolato del Sudafrica, ma negli ultimi dieci è diventata un’esperta di pressione arteriosa, aritmie ventricolari e medicine per il cuore: “Quando hai un bimbo malato impari accorgimenti e termini medici che prima non conoscevi – spiega -. Questi dieci anni sono stati difficili: affrontare con una bambina temi come la malattia e la morte non è semplice. Le conversazioni sono crude: le abbiamo fatte nei mesi che hanno preceduto l’intervento. “Mamma, non voglio morire”, mi ha detto”.
Con
l’operazione, il cuore di Elisa è stato riportato alla sua forma originale: “Ora, con l’aiuto di un pacemaker, batte in modo regolare”, aggiunge Francesca, che nella Pediatria al terzo piano del policlinico San Donato saluta ogni medico e ogni infermiere, “visto che qui ormai ci conoscono tutti. E, per tutti, Elisa è il pulcino combattente. Ho affidato la vita di mia figlia nelle mani di queste persone, loro l’hanno salvata”.