Due milioni e mezzo per raddoppiare la cantina e più risorse per finanziare la sperimentazione del “laboratorio” Quadra. L’azienda franciacortina sta per avviare i lavori per il raddoppio della cantina, sottolinea Ugo Ghezzi, patron della casa vinicola: «Da tempo avevamo un altro pezzo di cantina vicino a quella principale di via San Eusebio a Cologne, ma ora abbiamo deciso di rinunciare e ampliare quella centrale: abbiamo tutti i permessi e in ottobre si aprirà il cantiere». La cantina ha in affinamento 500mila bottiglie.
L’azienda agricola Quadra fa capo alla famiglia Ghezzi attraverso Black and blue wind, holding lussemburghese impegnata a livello internazionale (con focus in Argentina e Italia) nel business delle energie alternative. Quadra è una diversificazione degli investimenti dei Ghezzi. «Sappiamo che il ritorno sugli investimenti è di lungo periodo – aggiunge l’imprenditore bresciano – ma siamo soddisfatti dei risultati e di quanto abbiamo fin qui fatto».
Quadra è sotto il controllo dell’amministratore delegato Cristina Ghezzi e del direttore tecnico Mario Falcetti, mente del laboratorio Quadra ed ex di Contadi Castaldi. L’azienda di Cologne dichiara una produzione annua di 150mila bottiglie e 20 ettari di vigneti.
La visione di Mario
«Sono arrivato a Quadra perché convinto che si possa conciliare il mondo della sperimentazione e della ricerca con quello imprenditoriale – spiega Falcetti -. Grazie a questo binomio, l’azienda ha sviluppato in questi anni molti progetti, in direzione della longevità del vino».
Per Falcetti dopo anni orientati eccessivamente al marketing e alla moda, è giunta l’ora per il Franciacorta di riappropriarsi di un’identità del vino più autentica. Il “guru visionario” sottolinea i meriti del Franciacorta, essenza dello stile italiano, ma poi dice apertamente che per troppi anni si è rincorso il marketing e la moda. Per esempio, «il Satèn è la perla del Franciacorta – sostiene – ma si è esagerato, a volte con prodotti imbarazzanti: dolci e facili. Fino a provocare un calo del prezzo medio del Satèn, troppo vicino al Brut».
Degustazione doppia
Nella degustazione del Franciacorta Festival, Falcetti ha optato per una “verticale parallela” di Satèn e Cuvée extra Brut (con sboccatura a la volée), dal 2011 indietro fino al 2005. Eccellenti i risultati ottenuti anche con i 10 anni di affinamento sui lieviti. Poi «della produzione già eccezionale del 2011 – ha detto il direttore di Quadra – abbiamo deciso di accantonare 5mila bottiglie per altri 5 anni».
Ma oltre alla sfida sulla qualità del Franciacorta lanciata apertamente da Falcetti c’è anche l’eresia. Si chiama, appunto, EretiQ 2011 Dosaggio Zero, per «chi ama degustare fuori dal coro».
«L’idea ha iniziato a frullarmi in testa sin dall’arrivo in Franciacorta, nel 1997 – racconta -. L’azzardo è di pensare a un Franciacorta privato del suo caposaldo, lo Chardonnay. E così, cogliendo tra le basi della vendemmia 2009 ho coronato il sogno unendo i due Pinot, bianco, in primis, e nero per dar vita ad una espressione inconsueta di Franciacorta. In EretiQ i sentori di fiori e frutti bianchi si fondono alle fragranze di piccoli frutti rossi. La delicata struttura è retta da una acidità decisa sottolineata dalla totale assenza di dosaggio. L’eresia si completa poi con una bottiglia che esalta il colore viola».
Ma non è finita. Il pensiero di Falcetti è già proiettato verso una nuova idea: realizzare ogni anno un vino unico per blend, un’idea a termine, sviluppabile solo in quella vendemmia.