• 8 Settembre 2024 1:35

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Presunto gay ucciso dalla ‘ndrangheta: dopo 27 anni una via lo ricorda in un clima teso

Nov 5, 2017

Sotto il nome della via – Ferdinando Caristena – che oggi, domenica 5 novembre, viene inaugurata a Gioia Tauro (Reggio Calabria), dopo la presentazione dell’evento al Municipio, manca la definizione pi appropriata: vittima della cultura mafiosa. Che Caristena fosse o meno omosessuale – come dichiara un pentito e come smentisce la famiglia – poco importa. Per quel pregiudizio venne ucciso. Per quel pregiudizio la cultura ‘ndranghetista continua a detenere il primato dell’omofobia. Come e pi di Cosa nostra. La diversit – o la presunta diversit da canoni ancestrali e autoreferenziali – non neppure dialetticamente contendibile. Non ammessa e basta.

Come rivel il sostituto procuratore di Reggio Calabria Roberto Di Palma l’11 novembre 2016 nel corso della trasmissione “Gli intoccabili”, in onda su Lac, del massmediologo Klaus Davi, il commerciante aveva solo 33 anni ed era uno dei negozianti pi in vista di Gioia Tauro e fu ucciso senza piet da due sicari, il 18 maggio 1990, in uno dei retro bottega dei suoi esercizi. La colpa? Intrattenere, secondo quanto rivelato successivamente dal pentito Annunziato Raso, una presunta relazione con tale Gaetano Mazzitelli, esponente di una famiglia di ‘ndrangheta, imparentata con il ferocissimo clan Mole. Se fosse stato gay avrebbe infangato l’onore della famiglia.

Apriti cielo. In terra di ‘ndrangheta il sospetto equivale ad un mascariamento peggiore della morte fisica. Il 15 novembre 2016, quattro giorni dopo la trasmissione, i familiari di Caristena riversarono sulle redazioni calabresi che ne avevano parlato tutto il loro distacco con un lungo comunicato che variava (di poco) a seconda della testata che lo riceveva. Prendiamo quello spedito alla redazione di strettoweb.com dall’avvocato Giuseppe Caristena: …in qualit di nipote del defunto Ferdinando Caristena, premesso che la circostanza dell’omicidio rattrista tutt’oggi noi famigliari, sebbene siano trascorsi tanti anni, e premesso pure che la mia famiglia tutta ripudia qualsiasi atteggiamento omofobo, per doveroso precisare ed informare i lettori che la circostanza dell’omosessualit del mio defunto zio poggia esclusivamente sulle dichiarazioni di un soggetto (il Raso) ascoltato nel processo sull’omicidio, ma certo non portatore di verit assoluta; nonch su un chiacchiericcio di paese. Lo stesso procuratore Di Palma, intervistato, lo ha ammesso.

Non sono emerse prove nel giudizio a conferma di quanto dichiarato dal Raso. Pertanto, se giusto informare su fatti di cronaca, altrettanto giusto non far passare per verit ci che verit per alcuni soltanto. Inoltre, c’ da rispettare il pensiero e la sensibilit dei famigliari di Ferdinando Caristena (compreso il sottoscritto), che, tra l’altro, sono venuti a conoscenza dell’intenzione del Sig. Klauss Davi solo attraverso i media. Va bene che oggi i social network hanno preso il sopravvento, ma il rispetto va sempre considerato, soprattutto quando si ha a che fare con tristi vicende come quella di specie. Non deve sottovalutarsi pure che dedicare una via a una persona scomparsa, per quanto lodevole come iniziativa, potrebbe collidere con la sensibilit e la discrezione dei famigliari sulla vicenda. Ad ogni buon conto, ad oggi nessuno ha voluto condividere certe intenzioni con la mia famiglia.

L’idea della via e i passi successivi

Questa lettera fa riferimento all’iniziativa immediatamente assunta da Davi: dedicare, nella Piana dove il potere delle cosche Mol e Piromalli si respira nell’aria, una via a Caristena.

La giunta comunale di Gioia Tauro, allora guidata dal sindaco Giuseppe Ped, con la delibera n.183 del 9 dicembre 2016 deliber di intitolare alla sua memoria una strada nel centro della citt, all’epoca priva di denominazione, nelle immediate vicinanze dell’istituto scolastico San Filippo Neri.

Acquisito il parere della Deputazione di storia patria per la Calabria e della questura di Reggio Calabria, la prefettura autorizz, con decreto del 16 novembre, l’intitolazione.

Siamo ai giorni nostri e alla toponomastica rinnovata alla presenza, tra gli altri, del prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari.

La lettera del capo della procura di Reggio Calabria

Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho il 27 ottobre ha spedito un lungo messaggio a Davi. Il testo della lettera inequivocabile e ha il pregio di proiettare la riflessione sulla drammatica condizione in cui vive, soggiogata, la piana di Gioia Tauro: Desidero manifestarti il mio convinto sostegno per l’iniziativa. La manifestazione nasce dal lodevole intento di ricordare chi stato vittima della ‘ndrangheta e martire del pregiudizio.

La manifestazione di straordinaria importanza perch si svolge a Gioia Tauro, ove profondo il radicamento della ‘ndrangheta.

Sul porto di Gioia Tauro la ‘ndrangheta, che svolge un ruolo centrale nel traffico internazionale di cocaina, anche per i privilegiati rapporti con i cartelli colombiani, esercita un capillare e penetrante controllo: proprio da quel porto passa almeno la met della cocaina importata in Italia. Nel porto di Gioia Tauro negli ultimi tre anni sono state sequestrate pi di 4 tonnellate di cocaina. L’affare della cocaina coinvolge e arricchisce tutta la ‘ndrangheta.

24 milioni di compresse di droga del combattente sequestrate a Gioia Tauro

La manifestazione, in Gioia Tauro, esprime l’affermazione dei principi costituzionali di libert e di uguaglianza di tutti davanti alla legge, con riconoscimento di pari dignit sociale. l’espressione della condanna del pregiudizio e, al tempo stesso, l’occasione per affermare in modo forte e chiaro che la libert, in qualunque sua manifestazione, incoercibile, non comprimibile, un diritto fondamentale che nessuno, n tanto meno la criminalit organizzata, potr elidere dal codice genetico del cittadino democratico.

Manifestazioni come questa fanno memoria, ma, al tempo stesso, contrastano l’anticultura della sopraffazione, della violenza e dell’arroganza da qualunque parte venga.

I segnali che si colgono in Calabria verso il cambiamento sono univoci e ne esempio eclatante anche questa importante celebrazione.

Nel salutarti, ti ringrazio per il tuo impegno sul territorio e per dare quotidianamente voce a questa terra.

La tensione sale

Mentre chi vive sul territorio testimonia il fastidio della cultura mafiosa all’evento odierno, poche ore fa l’avvocato Lucio Dattola, presidente del comitato Arcigay di Reggio Calabria “I due mari”, ha parlato ai microfoni di Gaynews: Ferdinando Caristena da oggi non rappresenta l’amore gay, ma rappresenta la libert di amare in un mondo in cui non esiste alcun tipo di libert. Questa intitolazione, in un momento in cui ancora la Regione Calabria tentenna rispetto alla legge di contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale ed identit di genere, l’ennesima conferma della necessit di un cambiamento sociale e politico, che prenda le mosse dalla base, da tutti quei calabresi che non hanno consentito a regole ‘ndranghetiste, a pregiudizi e convenzioni sociali di offendere la propria dignit. vero: Ferdinando Caristena conosceva bene le conseguenze che avrebbe subito, ma non ha mai rinunciato a essere se stesso.

Bene fa Davi a sottolineare che l’intitolazione di una via ad una vittima di pregiudizio (della quale non si fatica a prevedere la vandalizzazione) un primato mondiale di cui la Calabria pu vantarsi.

r.galullo@ilsole24ore.com

© Riproduzione riservata

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close