Cala il sipario sul 35° Premio Masi. Nella sezione Civiltà Veneta prevalgono l’artista visuale Giosetta Fioroni, il fumettista e illustratore Lorenzo Mattotti, l’autore teatrale, attore e scrittore Natalino Balasso; per il Premio Masi Civiltà del vino il filosofo britannico e divulgatore Roger Scruton e per il Grosso D’Oro veneziano la scrittrice filosofa Ágnes Heller, rappresentante della coscienza europea: quest’ultima ha firmato la botte di Amarone Masi.
La vocazione del Premio Masi è quella di individuare gli interpreti dell’identità culturale “capaci di trasferire, attraverso il proprio genio creativo, le virtù fondanti di una civiltà che guarda al futuro seminando tracce di valori profondi e inesauribili”.
“Da 35 anni il Premio Masi interpreta l’attualità dei valori delle Venezie – commenta Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola – promuove il confronto e arricchisce la contaminazione culturale. In questo tempo di smarrimento identitario abbiamo bisogno di testimoni positivi, che vivano con impegno le loro idee e il loro lavoro, capaci di proiettare i giovani in una nuova e più promettente visione del futuro”.
I 35 anni del Premio
Come spiegare la longevità del Premio Masi? “I 35 anni di Premio Masi rappresentano un traguardo importante – sottolinea Boscaini all’apertura della cerimonia della firma – si tratta di un risultato reso possibile dalla perseveranza della famiglia Boscaini, dell’azienda Masi e della sua Fondazione, ma anche di quel network di persone che in questi anni si sono impegnate a selezionare i protagonisti più impressivi ed espressivi della forza di una civiltà e della sua storia”.
Secondo gli organizzatori è una cultura ‘al plurale’, aperta alla contemporaneità e alle sfide del nostro tempo, quella espressa dai premiati dell’edizione di quest’anno che ha coinvolto ambiti e discipline diverse (pittura, teatro, fumetto, letteratura e filosofia), ma accomunate da quei valori che sono propri anche del vino e dell’Amarone in particolare: identità, territorio e ricerca.
Per Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi, “da 35 anni, nel selezionare i protagonisti del Premio Masi, riscontriamo una grande vivacità culturale che, nonostante la crisi dei tempi moderni, ancora vive e permea il tessuto sociale. In futuro lo sforzo sarà quello di guardare di più all’impegno dei giovani che si affacciano in questo ambito, con l’intento di evidenziare il loro genio creativo”.