• 3 Dicembre 2024 18:32

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Più di 3,5 milioni di italiani soffrono di disturbi alimentari

Ott 15, 2024

AGI – Nel nostro paese ci sono più di 3 milioni e mezzo di persone che convivono con un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), come anoressia, bulimia e disturbo di alimentazione incontrollata. L’organizzazione dei servizi che si occupano di questi pazienti sta crescendo, ma i centri sono pochi e mal distribuiti, come si evince dalla mappatura territoriale appena diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo sarà uno dei temi al centro del congresso nazionale della Società Italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione (SIPA), sezione speciale della Società Italiana di Psichiatria (Sip), che si terrà a Udine il 17 e il 18 ottobre.

“In questo congresso verranno discusse tutte le forme di intervento, in gran parte di tipo psicoterapico e psicoeducativo, ma anche di tipo farmacologico”, riferisce Matteo Balestrieri, presidente del congresso SIPA, co-presidente della Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia oltre che professore di Psichiatria all’Università di Udine.

“Inoltre, verranno esposti tutti gli approfondimenti e le conoscenze che abbiamo sulle caratteristiche di chi soffre di un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione. Sono dunque previsti – continua – focus sulla bulimia, sull’anoressia, ma anche sui disturbi di alimentazione incontrollata e in senso lato dell’obesità, che ha anche una componente di tipo psicologico, legata all’iperalimentazione psichica”. Gli esperti che prenderanno parte al congresso SIPA testimonieranno l’importanza di un approccio multidisciplinare.

“Sono diversi i contributi necessari per intervenire in modo efficace sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che coinvolgono diverse professionalità: psichiatri, psicologi, educatori professionali, internisti, nutrizionisti e dietisti”, spiega Balestrieri. “I DNA sono disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che deve esser monitorata. I livelli di intervento – prosegue – sono quindi diversi: si va da quello ambulatoriale a semiresidenziale e diurno, con la possibilità brevi soggiorni in day hospital per il monitoraggio dello stato fisico e fino anche ai ricoveri. Va ricordato anche il ruolo delle strutture residenziali che permettono un accoglimento più lungo e che sono distribuiti in maniera molto disomogenea sul territorio nazionale”. Inoltre, durante il congresso SIPA verrà dedicata particolare attenzione alla prevenzione, alla diagnosi precoce e all’importanza di intervenire tempestivamente.

“Nel campo dei DNA, cosi’ come del resto in molti altri campi della psichiatria e non solo, intervenire precocemente significa abbreviare la durata della malattia e ridurre il rischio che si aggravi”, sottolinea Balestrieri. “Lasciare passare tempo significa invece peggiorare la prognosi e rendere difficili gli interventi successivi”, conclude. 

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