• 27 Aprile 2024 7:53

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Pedro Acosta, il nuovo ragazzino terribile della MotoGP

Mar 28, 2024

Sull’ottovolante di Portimão, prima tappa europea della stagione di MotoGP, lo showman del weekend è stato Pedro Acosta. Nel Gran Premio del Portogallo, infatti, il rookie maravilla ha messo in mostra tutto il suo talento a suon di sorpassi spettacolari, cogliendo un incredibile podio nella gara domenicale, diventando così il terzo pilota più giovane della storia a riuscirci. Una precocità che non ormai non stupisce più: Acosta sta bruciando sempre più le tappe e si appresta a diventare presto uno dei protagonisti assoluti del Motomondiale

Sorpassi e podio: che show in Portogallo!

Come detto, il Gran Premio portoghese è stato una grande conferma per Pedro Acosta. Un weekend in costante crescita per lo spagnolo: costretto al passaggio dal Q1, il portacolori GASGAS non ha battuto ciglio, superando brillantemente la prova e chiudendo la sessione di qualifica al settimo posto, risultato replicato in fotocopia nella Sprint Race. Domenica, invece, è andato in scena lo spettacolo: giri veloci, traversi e sorpassi hanno dato vita a un vero e proprio show che, complice anche la caduta di Maverick Viñales [a causa di problemi tecnici, ndr], gli è valso il primo podio in carriera in MotoGP

Per rendere bene l’idea, basta pensare al fatto che tutto ciò è avvenuto solamente al suo secondo Gran Premio in top class. Un risultato da record per Acosta, che a 19 anni e 304 giorni diventa così il terzo pilota più giovane a salire sul podio della classe regina; meglio di lui hanno fatto solamente Randy Mamola (19 anni e 261 giorni) ed Eduardo Salatino (19 anni e 274 giorni), rispettivamente nel 1979 e nel 1962. 

Acosta: «Ho gestito meglio le gomme»

Al termine della gara, Acosta è molto lucido nel riavvolgere il nastro e raccontare la sua gara: «Dobbiamo essere soddisfatti di come l’abbiamo gestita, perché in Qatar ci era scappata dalle mani. Qui il problema è stato il fatto di essere stato per molti giri dietro a Bagnaia: ero molto vicino perché stavo cercando il momento giusto per superarlo, ma purtroppo così facendo la pressione della gomma anteriore è aumentata molto. A quel punto ho deciso di superarlo per vedere se potevo ottenere un buon risultato, ma è stato un disastro, perché ho rischiato di cadere due volte nella stessa curva. Poi ho provato a fare delle linee diverse per uscire meglio dalla curva 3, ma ogni volta avevo più vibrazioni per colpa della turbolenza e non riuscivo ad uscire bene dalle prime due curve. Mi sono concentrato ed ho guardato quello che faceva Pecco: lui è uno dei migliori a gestire la gomma, non la consuma molto e osservandolo da dietro ho potuto imparare molto». 

A Portimão è arrivato un podio, il primo in classe regina per il rookie maravilla. Un risultato incredibile per un pilota alla sua seconda gara in assoluto in MotoGP, arrivato forse con un po’ di anticipo rispetto alle previsioni. Frutto di una migliore gestione di gara rispetto alla prima stagionale: «Dobbiamo essere molto contenti: il podio è arrivato prima di quanto tutti si aspettassero, considerato anche il fatto che ieri [sabato, ndr] ero fuori dalla Q2. Oggi [domenica, ndr] sono riuscito a gestire bene la gara, a differenza del Qatar dove all’inizio ho guidato al limite per rimanere attaccato ai primi. Durante il warm-up ho provato qualcosa per migliorare la partenza, che alla fine ha funzionato. Ho perso la posizione solo su Binder e Marquez, e posso considerarlo un buon risultato visto che nella Sprint alla curva 3 ero 15esimo». 

Infine, la chiosa è stata sul sorpasso più bello della gara: «Sicuramente quello su Bagnaia. È stato veramente difficile superarlo perché la prima volta che ci ho provato sono andato lungo e mi ha ripassato. Ho tentato di innervosirlo, ma lui non si è tirato indietro. Alla fine però ci sono riuscito e penso sia stata veramente una bella battaglia».   

Il confronto con Marc Marquez

La strada di Acosta sembra essere sempre più quella del “pilota predestinato”: inevitabile, dunque, parlare di lui e paragonarlo ad altri grandi di questo sport. In particolare, Pedro è (praticamente da sempre) stato definito come “erede di Marc Marquez”, un po’ per la nazionalità in comune, un po’ per i record di precocità stabiliti (o abbattuti). Un’etichetta che lo stesso Acosta ha sempre cercato di togliersi di dosso, affermando in più di un’occasione di essere “solamente Pedro Acosta”. Difficile, però evitare il confronto, soprattutto se la sfida si ripresenta anche in pista. 

Partendo dalle pure statistiche, il rookie maravilla è uno dei più giovani piloti ad essere andato a podio in MotoGP ed è stato pure più precoce di Marquez, il cui primo piazzamento a podio è giunto “solamente” a 20 anni e 49 giorni. Qui, però, è bene sottolineare una ‒ sostanziale ‒ differenza: mentre Acosta è andato a podio alla sua seconda gara (e anche grazie a un ritiro), Marquez ci è riuscito alla sua primissima gara in MotoGP dopo una bagarre con un’altra leggenda, Valentino Rossi.

Inoltre, non bisogna dimenticare che Marquez ha colto la sua prima vittoria (e pole position) alla sua seconda gara assoluta, il Gran Premio delle Americhe, su un tracciato nuovo per tutti [era il primo GP del Motomondiale sul circuito di Austin, ndr]. Un’impresa che, a distanza di undici anni, fa ancora parlare di sé e che è ancora impossibile da superare. Anche per un predestinato come Acosta.

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