Sono state ridipinte di rosso fiammante e rimesse a nuovo da una decina di giorni. Con un particolare in più: i braccioli nel mezzo. Per evitare che i senza fissa dimora possano sdraiarsi per dormire. Arredo urbano “difensivo” ormai diffuso nelle stazioni e negli aeroporti, contestato a Roma a dicembre scorso e in altre città come Genova e Padova. Ora le panchine anti-bivacco arrivano anche a Bologna in Autostazione, dove le 24 vecchie panchine sono state rimesse a nuovo e installate nella zona delle partenze, dove c’è anche la sala d’attesa.
Le foto girano nei social, anche i commenti: “Perché la preoccupazione principale deve essere quella di far sedere non meno e non più di tre persone? E poi così si impedisce di dormici sopra: senza parole”, osserva Alessandro del circolo Arci Ritmo Lento. Alle critiche David Pierinelli, presidente dell’Autostazione, una partecipata di Comune e Città metropolitana replica: “Nessun accanimento contro i senza fissa dimora”.
Le pachine anti-bivacco sono spuntate a seguito del progetto di ristrutturazione dell’autostazione che l’anno scorso ha registrato otto milioni di utenti:un piano da 9 milioni che vedrà l’avvio dei lavori a settembre 2019 dpo il bando europeo di progettazione. “Le panchine non le abbiamo acquistate nuove, ma abbiamo ristrutturato quelle esistenti risparmiando sui costi. Sì, abbiamo aggiunto i divisori per appoggiare le braccia, ma non è un atto contro i senza fissa dimora, si fa così dappertutto. Le nostre guardie giurate
hanno l’indicazione di non allontanarli dalla sala d’attesa anche se senza biglietto. Altro discorso è garantire la sicurezza, allontanare chi delinque come gli spacciatori”, dice Pierinelli. Sull’autostazione è aperto un tavolo con Prefettura, Comune e Questura. “Dopo i Daspo in Montagnola scendono qui da noi – continua il presidente – per questo è stata aumentata la vigilanza privata e sono cresciuti i controlli delle forze dell’ordine”.