In un settore sempre più affollato come quello delle mirrorless, Panasonic colpisce ancora una volta nel segno con una macchina che ha tutte le carte in regola per convincere anche il più accanito sostenitore delle reflex a rivedere le sue idee, cominciando a chiedersi se davvero oggi non valga la pena investire in un’altra direzione. La G80 è una macchina che combina al meglio un corpo dalla silhouette “muscolosa” e decisa con una pletora di funzioni che rappresentano il culmine della tecnologia Panasonic.
La disposizione dei comandi segue una logica votata all’immediatezza e all’ergonomia: tutto si trova al posto giusto, a portata di pollice ed indice per una rapida impostazione dei parametri, le ghiere e i pulsanti cadono naturalmente, dove ci si aspetta di trovarli. La sagomatura a forma concava sotto il pulsante di scatto rende la presa più stabile, anche quando si montano obiettivi pesanti e di grande diametro: il grip è davvero efficace in tutte le condizioni, ancor più se si monta il battery pack opzionale.
Il corpo non è piccolissimo, ma sufficientemente leggero essendo in lega di magnesio ricoperto di plastica.
Veniamo ora alle caratteristiche salienti:
- Nuovo stabilizzatore a 5 assi Dual I.S. 2 integrato nel corpo macchina
- Sensore Live MOS da 16 Mpixel senza filtro passa-basso per una più elevata risoluzione percepita
- EVF OLED da 2.360 kpixel e monitor totalmente orientabile da 3″, di tipo touch
- AF a contrasto con tecnologia DFD, Focus Stacking e Post Focus
- Video 4 K e Photo 4 K
- Connettività Wi-Fi
Lo stabilizzatored’immagini integrato nel corpo macchina, a 5 assi, è basato su un giroscopio che rileva la velocità angolare delle vibrazioni e su un nuovo algoritmo che permette di ottenere un’efficacia pari a 5 f/stop, un risultato simile a quello ottenuto, per esempio, dall’Olympus OM-D E-M5 Mark II, con il vantaggio che la stabilizzazione è mantenuta anche alle lunghezze focali più elevate in quanto i dati del giroscopio nella camera sono utilizzati per controllare il sistema di stabilizzazione ottica dell’obiettivo. Con entrambi i sistemi di stabilizzazione attivi, si riesce a scattare una foto ferma con un tele zoom da 280 mm equivalenti utilizzando 1/8 di secondo!!!
Il sensore Micro 4/3, come anticipato, è da “soli” 16 Mpixel, un valore apparentemente non così elevato se si considerano ad esempio i 20,1 Mpixel di una FZ1000 che ne adotta uno più piccolo da 1. Tuttavia, il fatto di aver omesso il filtro passa-basso si traduce, nella pratica, in una risoluzione percepita più elevata, solo di poco inferiore a quella di una DMC-GX8. Le immagini di prova che abbiamo scattato lo dimostrano: per nulla si rimpiange una maggior risoluzione.
L’otturatore a comando elettromagnetico è quello di nuovo tipo già visto sulla recente DMC-GX80: riduce efficacemente gli shock generati dal movimento delle lamelle e minimizza il rumore durante lo scatto, che risulta di circa 78 dB contro, ad esempio, i quasi 90 dB di una Sony Alpha 6300!
Un plauso particolare al mirino elettronico OLED da ben 2,36 Mpixel, che consente una visuale chiara e ampia (ingrandimento 0,74 x) anche quando l’occhio si muove rispetto al centro, un fenomeno un po’ fastidioso che si verificava su altri modelli del costruttore giapponese. L’eyepoint di 20 mm permette una miglior visibilità dello stesso anche a chi porta gli occhiali.
Il monitor è invece un’unità da 3″ e 1,040 Mpixel di risoluzione, completamente orientabile e dotato di comando touch.
L’autofocus è l’aspetto della macchina che più ci ha sorpreso, soprattutto per la velocità. Nella G80, infatti, è praticamente istantaneo! Non ricordo di averne visto uno più rapido anche confrontandolo con quello delle migliori reflex. Grazie alla tecnologia DFD, già introdotta dal costruttore su altri modelli, è in grado di mettere a fuoco in soli 0,07 sec. con il Lumix G Vario 14-140 mm/F3.5-5.6 ASPH. POWER O.I.S.
Una caratteristica innovativa introdotta con questo modello si chiama Focus Stacking: permette di controllare la profondità di campo dopo che è stata scattata la foto, rendendo meno critica la messa a fuoco. Si aggiunge alla funzione Post Focus già introdotta in altri modelli della Casa:
Il buffer di memoria ampliato permette di registrare sequenze di 200 scatti continui in JPEG alla velocità massima di 9 fps. L’otturatore elettronico scatta con un tempo minimo di 1/16.000 sec.
Sezione video totalmente all’altezza delle aspettative, con registrazione 4 K e Photo 4 K.
Da ultima, una nota sulla durata della batteria: grazie ad un sensore che rileva lo spostamento dell’occhio dal mirino, questa mirrorless entra dopo pochi secondi nel modo sleep che consente di passare dai 320 scatti dichiarati agli 800-900 scatti. Appena premuto a metà corsa il pulsante dell’otturatore, la fotocamera si riaccende istantaneamente.
La Panasonic Lumix DMC-G80 è disponibile dal 19 settembre al prezzo di 999 Euro in kit con lo zoom 14-60.
Qui di seguito alcune foto scattate con la G80.
Olympus OM-D EM5 Mark II Body |
yeppon
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Panasonic Lumix DMC-GX80EG-K |