È un’indagine che «preoccupa molto, perché il vizio della corruzione del voto di scambio, l’uso improprio del consenso, sembra attraversare in modo bipartisan le forze politiche». Dopo la notizia dell’avviso di garanzia a Edy Tamajo, il candidato di Sicilia futura alleato del Partito democratico a sostegno di Fabrizio Micari, con l’accusa di avere acquistato voti alle elezioni regionali di domenica, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi parla a margine di un convegno di Libera a Torino.
«La notizia – dice – è sicuramente preoccupante. Non è una buona possibilità di partenza per il presidente Nello Musumeci, che merita una condizione migliore per amministrare bene quella regione, che ha tanto bisogno di un buon governo. Si conferma la necessità di un impegno maggiore delle forze politiche nel selezionare la classe dirigente e nel trovare i modi per ricercare il consenso. Anche perché in quella terra le politiche clientelari sono sicuramente un vettore per la mafia».
L’occasione, però, è ghiotta soprattutto per gli avversari. Claudio Fava, candidato a sinistra che ha rifiutato l’abbraccio con il Partito democratico, ne approfitta per tornare all’attacco del centrosinistra: «Tamajo, uomo di Cardinale, eletto con il centrosinistra con 25 euro a voto. E secondo Orlando, Micari e Faraone mi sarei dovuto alleare con questi personaggi?», dice Fava, vice di Bindi in Antimafia.
• CANCELLERI (M5S): “SCRIVO DI NUOVO ALL’OSCE”
Proprio la commissione parlamentare, nei giorni scorsi, aveva condotto una missione a Palermo sugli impresentabili dopo le denunce dei giornali e le sollecitazioni di Fava e del Movimento 5 Stelle. Che su Facebook si limita a un commento stringato: «Continua l’impietoso epilogo di questa campagna elettorale vinta dagli impresentabili», scrivono i grillini pubblicando l’articolo di Repubblica che racconta di Tamajo. «La vittoria di Musumeci – aggiunge Giancarlo Cancelleri, il candidato governatore grillino – è sicuramente contaminata, ma ora emerge la probabilità che il risultato elettorale sia stato falsato dalla compravendita di voti e ancora non sappiamo quanto questa pratica sia stata diffusa. Se per batterci hanno barato in questo modo vuol dire che non gli è rimasta più alcuna arma lecita da utilizzare. Presto scriverò un’altra lettera all’Osce nella quale racconterò gli scandali che si stanno scoprendo in questi giorni».
«Se il reato fosse confermato – dice invece Sonia Spallitta, candidata di Rifondazione non eletta domenica – sarebbe l’ennesima dimostrazione che la piaga degli “impresentabili” affligge trasversalmente quasi tutta la politica siciliana dei poteri forti e degli inciuci. Chiedo quindi a gran voce che gli artefici dell’organizzazione di queste liste poco trasparenti si assumano ogni responsabilità morale e politica davanti agli elettori. Solo così possiamo gettare le basi per un ritorno dell’etica nella politica».
• CARDINALE: “FIDUCIA IN MAGISTRATURA”
“Ho piena fiducia nella magistratura, a cui riconosco rigore e serietà, e confido che accerti rapidamente i fatti e che possa rendere giustizia a un giovane come Tamajo – scrive in una nota l’ex ministro Salvatore Cardinale, leader di Sicilia Futura- Sicilia Futura (che a livello regionale ha ottenuto il 6% dei consensi, ndr) ha condotto una campagna elettorale ‘francescana’ – sottolinea il suo leader – senza grandi mezzi e grandi risorse. Questo vale anche per Tamajo e la sua famiglia. Ho parlato telefonicamente con lui: mi ha giurato tra le lacrime, e io ci credo, di non avere mai conosciuto, né visto, né parlato con i protagonisti di questa vicenda esecrabile che lede l’immagine della Sicilia e delle sue istituzioni”.
• TAMAJO SU FB: “STO IN SILENZIO CON RABBIA”
L’interessato, intanto, ribadisce la sua innocenza. «Apprendo con stupore dell’avvio dell’inchiesta giudiziaria nei miei confronti – scrive su Facebook – posso affermare, senza timore di smentita, di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della gente e della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo politico». Tamajo, che ha