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Open Arms nelle acque di Lampedusa: divieto di sbarco | Altre 13 persone evacuate per motivi medici – TGCOM

Ago 16, 2019

Le ultime evacuazioni – L’Ong su Twitter riferisce di 3 persone e un accompagnatore fatti scendere a terra nelle ultime ore per “complicazioni mediche che richiedono cure specializzate. Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L’umanità lo impone”. Giovedì sera altri 9 migranti – di cui 5 bisognosi di assistenza per problemi psicologici e 4 familiari – erano stati evacuati dalla nave. I profughi già stanotte sono stati trasferiti dal poliambulatorio dell’isola all’hotspot di contrada Imbriacola.

Imbarcazione scortata al largo di Lampedusa – Al momento la Open Arms è all’ancora a ridosso dell’isola, nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall’entrata del porto. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i suoi movimenti, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un ricorso sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini. Dopo la decisione del tribunale amministrativo, il ministro dell’Interno ha rinnovato il provvedimento di divieto d’ingresso annunciando ricorso e ribadendo il suo “No” alla sbarco dei migranti. Ma nelle stesse ore il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha inviato le navi della marina per scortare l’imbarcazione fino a Lampedusa, aprendo un nuovo scontro all’interno del governo.

La posizione del governo spagnolo – Il governo spagnolo ha fatto sapere di essere disponibile a collaborare soltanto se anche altri Paesi europei si faranno carico degli immigrati. “Il nostro Paese è disposto a partecipare a una ripartizione equilibrata dei migranti accolti sulla nave” attualmente nelle acque territoriali italiane, hanno riferito da Madrid, spiegando che lavora con la Commissione Ue e altri Stati membri “per arrivare a una soluzione comune, europea, ordinata e solidale”.

Conte: “Diversi Paesi disponibili a redistribuire i migranti” – Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che “Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo hanno comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano”.

Trenta non firma il decreto Salvini – In un comunicato, intanto, il ministro Trenta ha spiegato di aver “deciso di non firmare il nuovo decreto” di Salvini perché “non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati”. E sottolinea di aver “preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità”.

La replica di Salvini alla Trenta – Immediata la replica di Salvini: “Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani”. Il ministro dell’Interno sottolinea quindi che “sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col Pd al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà”.

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