• 20 Maggio 2024 20:53

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Nuove targhe auto, come si assegnano i numeri e quali sono le regole seguite

Mag 10, 2024

Le nuove targhe di immatricolazione sono caratterizzate da una composizione studiata di lettere e numeri. Queste placchette, realizzate in metallo o plastica, sono montate sia nella parte anteriore sia posteriore del veicolo.

Ogni targa consente di riconoscere univocamente ogni mezzo circolante sulle strade italiane. Il sistema di targatura in Italia segue una logica alfanumerica metodica e strutturata. La sequenza non è arbitraria ma segue criteri precisi stabiliti per garantire che ogni veicolo sia tracciabile e unico.

Che tipo di targa si usa in Italia

Le targhe in Italia sono state oggetto di una trasformazione dal 1994, anno in cui il design è stato cambiato con l’eliminazione della sigla provinciale e con l’adozione di un nuovo sistema di numerazione. Questa modifica ha introdotto targhe caratterizzate da sette simboli alfanumerici, con lettere posizionate all’inizio e alla fine, e cifre al centro. Inizialmente ricevute con scetticismo a causa del loro aspetto anonimo, le targhe sono state modificate nel 1999 per includere due fasce blu laterali, mantenendo invariato il sistema alfanumerico.

Ogni fascia blu ha un proprio significato: quella a sinistra mostra le stelle dell’Unione europea e la lettera I di Italia su sfondo bianco, simboli che identificano la nazionalità del veicolo all’interno dell’Unione europea. Sulla destra, la targa può essere personalizzata con l’anno di prima immatricolazione del veicolo, mostrato entro un cerchio giallo, e la sigla della provincia o città metropolitana dell’intestatario, a seconda delle preferenze del proprietario.

Questi dettagli non sono solo estetici ma offrono anche un’indicazione immediata dell’origine e dell’età del veicolo: facilitano l’identificazione e potenzialmente aiutano nel controllo del traffico e della sicurezza stradale.

Come si assegnano le targhe

Le targhe sono uno strumento di identificazione dei veicoli sulle strade del Paese. Ognuno di loro, dalla moto all’auto, passando per i mezzi pesanti, viene registrato nel Pubblico registro automobilistico al momento dell’acquisto e associato a una targa unica. Questa è composta da una sequenza alfanumerica di sette caratteri che segue il formato attuale alternando lettere e numeri: due lettere, tre numeri e ancora due lettere. Il sistema attuale ha abbandonato l’uso delle sigle provinciali per una questione di leggibilità e di spazio, dato che il limite di sette caratteri permette un numero massimo di quasi dieci milioni di combinazioni possibili.

Le targhe iniziano con AA 000 AA, procedendo con variazioni sistematiche fino a AA 000 ZZ, per poi passare a AA 001 AA. Utilizzando 22 lettere dell’alfabeto, escluse I, O, Q e U per evitare confusione, il sistema permette fino a 234.256.000 combinazioni diverse, coprendo le esigenze del parco auto nazionale per i prossimi 80-90 anni. Nel 2020, il sistema ha compiuto un altro passo avanti, passando dalla lettera F alla G come iniziale delle nuove targhe.

L’articolo 100 del Codice della strada italiano stabilisce non solo l’obbligo di targa per ogni veicolo, ma dettaglia anche le caratteristiche che le targhe devono mantenere con tanto di sanzioni per chi viola queste norme. Le multe che possono raggiungere gli 8.186 euro in caso di uso di targhe non adeguate o contraffatte.

Dalla targa all’anno di immatricolazione

È possibile risalire all’anno di immatricolazione di un veicolo semplicemente osservando la targa, grazie alla progressione alfanumerica utilizzata nella loro assegnazione? Non proprio perché identificare l’anno non è così immediato. Le nuove targhe non sono distribuite individualmente ai veicoli subito dopo la produzione, ma assegnate in blocchi agli uffici della Motorizzazione civile sparsi per l’Italia, per poi essere allocate ai veicoli.

Questo metodo di distribuzione comporta che per determinare l’anno di immatricolazione di un veicolo, servono informazioni non solo sulla targa, ma anche sull’ufficio di Motorizzazione che ha rilasciato quella specifica targa, oltre a conoscere la sequenza di distribuzione delle targhe stesse. Considerando che in Italia ci sono 110 province, la procedura è complicata e rende improbabile dedurre l’anno di immatricolazione basandosi unicamente sulla targa senza altre dati.

Le dimensioni

Le targhe automobilistiche si presentano in due formati per la parte posteriore del veicolo, mentre la targa anteriore è standard per tutte le autovetture. La targa posteriore standard, utilizzata dalla maggior parte dei veicoli, misura 520 mm in lunghezza e 110 mm in altezza. Questo formato si adatta alla maggior parte dei portatarga moderni.

Esiste anche un formato alternativo, quella quadrata, che si sviluppa su due righe con dimensioni di 297 mm di lunghezza per 214 mm di altezza. Questo tipo di targa è destinato a veicoli che richiedono una configurazione differente, come i fuoristrada, gli autocarri, le auto d’epoca, o i veicoli di importazione che non dispongono di un vano targa abbastanza ampio per le targhe standard.

Per quanto riguarda la targa anteriore, è uniforme per tutti i tipi di autovetture e misura 360 mm di lunghezza per 110 mm di altezza, garantendo così uniformità e riconoscibilità su strada.

Colori e caratteri

Le targhe presentano un fondo bianco, ad eccezione delle bande blu agli estremi. I caratteri, inclusi i numeri e le lettere, nonché il marchio ufficiale della Repubblica Italiana, sono di colore nero, mentre la sigla I, che sta per Italia, è bianca e si trova sulla banda blu a sinistra.

La parte destra della targa, sempre blu, può includere due distintivi adesivi che sono importanti, ma non essenziali per l’identificazione del veicolo. Il primo talloncino, posizionato in alto, mostra in giallo gli ultimi due numeri dell’anno di immatricolazione del veicolo. Il secondo, nella parte inferiore, esibisce in bianco la sigla della provincia di residenza del titolare della carta di circolazione.

La normativa ammette l’uso di cornici portatarga purché siano di materiale opaco e non coprano il bordo della targa per più di 3 mm. È proibito l’uso di materiali retroriflettenti sia sui portatarga sia sulle viti di fissaggio. È anche vietato coprire la targa con qualsiasi tipo di rivestimento, tranne che per i talloncini adesivi autorizzati che indicano l’anno di immatricolazione e la sigla della provincia.

Quando cambiare la targa

Se si perde, ruba o danneggia una delle due targhe di un autoveicolo, o l’unica targa di un motoveicolo, bisogna presentare una denuncia agli organi di polizia entro 48 ore dall’evento. Se la targa non viene ritrovata entro 15 giorni, bisogna procedere con una nuova immatricolazione. Durante questo periodo, è permesso circolare utilizzando un pannello provvisorio di dimensioni equivalenti alla targa originale e con le stesse indicazioni, mantenendo a bordo la ricevuta della denuncia.

La chiara visibilità della targa è essenziale; di conseguenza, anche una targa divenuta illeggibile a causa del deterioramento necessita di essere sostituita. La domanda per una nuova targa deve essere inoltrata tramite lo Sportello telematico dell’automobilista. I tempi di attesa per il completamento di questa procedura possono estendersi fino a 30 giorni, con un costo totale leggermente superiore ai 100 euro.

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