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Non arrivano le sigarette ed è rivolta nel carcere minorile di Airola nel Beneventano: tre agenti feriti

Set 5, 2016

Non arrivano le sigarette in carcere e scoppia la protesta. Alta tensione nel penitenziario minorile di Airola, in Valle Caudina nel Beneventano.

Alcuni detenuti avrebbero sfasciato le suppellettili di un’intera sezione del carcere, utilizzando manici di scope e piedi di legno dei tavoli con cui avrebbero ferito tre agenti di polizia penitenziaria costretti a fare ricorso alle cure dei medici dell’ospedale di Sant’Agata dei Goti. Sul posto, oltre ai soccorritori del 118 di Airola, sono intervenute le pattuglie della polizia e dei carabinieri per aiutare gli agenti penitenziari a sedare gli incidenti. Almeno una quindicina i detenuti minorenni che avrebbero scatenato la protesta, poi degenerata. “La situazione è molto grave”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe).

“Ci arrivano da Airola segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente una sezione dell’Istituto penale per minorenni, stanno continuando da ore a minacciare gli agenti di polizia penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive a cui va la nostra vicinanza e solidarietà. Mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’amministrazione della Giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere ad Airola tutelando gli agenti di polizia penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal Sappe sui costanti e continui focolai di tensione del carcere minorile airolano”.

Il segretario generale del Sappe giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta “irresponsabile e gravissima. Nel 2015 abbiamo contato nelle carceri italiane 7.029 atti di autolesionismo, 956 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 4.688 colluttazioni, 921 ferimenti. E aggiunge: “Avevamo detto che era un errore l’innalzamento dell’età dei presenti nelle carceri minorili: oggi, infatti, possono starvi anche donne e uomini di 25 anni. Una decisione politica che da subito definimmo incomprensibile. Da quando sono stati assegnati detenuti adulti, per effetto della legge 11 agosto 2014, n.117, infatti, questi maggiorenni si comportano con il personale di Polizia e con alcuni minorenni ristretti con prepotenza e arroganza, caratterizzando negativamente la quotidianità penitenziaria. E la loro ascendenza criminale condiziona tanti giovani, che li vedono quasi come dei miti”. “Le carceri, dunque, sono ad alta tensione anche in Campania: ma lo sono per gli agenti di polizia penitenziaria, sempre più al centro di gravi eventi critici come quelli di Airola”, conclude Capece. “Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della polizia penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento.

E nonostante la polizia penitenziaria sia carente di ottomila agenti in organico, necessari anche per adeguare e potenziare i Reparti di Polizia delle carceri campane e di Airola in particolare, la Legge di stabilità ha bocciato un emendamento che avrebbe permesso l’assunzione di 800 nuovi agenti, a partire dall’assunzione degli idonei non

vincitori dei precedenti concorsi, già pronti a frequentare i corsi di formazione. E’ sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al corpo di polizia penitenziaria nelle carceri italiane e della Campania, per adulti e minori. Come dimostra quel che sta succedendo nel carcere minorile di Airola”, conclude il leader del primo Sindacato della polizia penitenziaria.

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