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Nissan emette le auto nella “lavastoviglie”

Giu 14, 2016

Vi siete mai chiesti come fanno le case automobilistiche a testare la tenuta delle guarnizioni e la resistenza alle intemperie? Non possono certo aspettare un nubifragio per verificare che non entri acqua dai finestrini chiusi o da qualunque altra giuntura del veicolo. E’ molto importante che non ci siano infiltrazioni nell’abitacolo o nei vani che ospitano componenti elettroniche, e questo vale su tutte le vetture, in particolare per quella tipologia chiamata Suv o crossover, pensata per chi vuole abbinare al trasporto anche un pizzico di avventura. Immaginate se un mezzo fatto per affrontare percorsi accidentati si allagasse durante un acquazzone.

Ed ecco allora che gli ingegneri Nissan hanno pensato di creare un banco di prova speciale per controllare tutti i veicoli della gamma, e in particolare la tenuta di Quashqai, Juke e X-Trail: in questa specie di “lavastoviglie gigante” vengono spruzzati addosso ai veicoli circa 24mila litri di acqua da ogni angolazione e la fase clou del test prevede addirittura la simulazione di un vero e proprio diluvio, con 1000 litri sparati ad alta pressione – fino a 150 bar – addosso all’auto in soli 15 minuti. Durante il test, “un membro del team resta all’interno della vettura con un endoscopio ad alta definizione per vedere cosa accade all’interno dei pannelli e controllare che nemmeno la più minuscola goccia d’acqua riesca a penetrare”, spiega Carl Sandy, uno degli ingegneri che hanno contribuito a sviluppare gli standard di questa prova.

Il test, detto anche “prova Monsone”, assicura la massima tenuta del veicolo alle intemperie e all’umidità, garantendone la qualità e la durevolezza. “Prove rigorose sono importanti perché i mercati non sono tutti uguali – aggiunge Sandy – In Russia, ad esempio, le idropulitrici commerciali funzionano ad una pressione più elevata per far fronte alla sporcizia stradale. Con la continua evoluzione degli standard dei test, ci assicuriamo che le nostre auto siano in grado di affrontare le condizioni più impegnative”.

La prova “viene svolta parecchie volte durante il processo di sviluppo di tutte le auto e dei furgoni dell’ampia gamma Nissan”, e prevede che al termine i tecnici smontino addirittura gli interni per verificare che non ci sia nemmeno una gocciolina. Qualcuno potrebbe obiettare che 24mila litri d’acqua per un test sono uno spreco eccessivo. Giusto, infatti Nissan ricicla l’acqua utilizzata filtrandola e recuperandola in un serbatoio apposito, pronta per essere riutilizzata nella prova successiva. “Preoccuparsi di riciclare l’acqua è importante tanto quanto tenere all’asciutto il cliente”, concludono da Nissan. Chapeau.

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