Si completa il puzzle dei trenta musei e siti archeologici autonomi. Nell’autunno del 2015 erano stati nominati i direttori dei primi venti istituti ai quali, secondo la riforma Franceschini, stata riconosciuta indipendenza organizzativa, finanziaria, contabile e scientifica. Si tratta, per esempio, degli Uffizi, dell’Accademia di Brera, della Galleria Borghese, della Reggia di Caserta. Ai quei venti si sono poi aggiunti altri dieci luoghi d’arte di interesse nazionale a cui stata ugualmente concessa l’autonomia e cos come avvenuto per la selezione dei primi direttori, stato fatto un bando internazionale, attraverso il quale una commissione presieduta da Paolo Baratta ha estratto una terna di nomi per ciascun museo.
I nuovi incarichi
La terna stata poi sottoposta al ministro Franceschini e al direttore dei musei, Ugo Soragni, che hanno effettuato la scelta: il ministro ha deciso per il museo nazionale romano della capitale (dove andata Daniela Porro), mentre Soragni ha indicato gli altri nove direttori. Si tratta di Simone Verde (Complesso munumentale della Pilotta, Parma), Filippo Maria Gambari (museo delle civilt, Roma), Valentino Nizzo (museo nazionale etrusco di Villa Giulia, Roma), Andreina Contessa (museo storico e parco del Castello di Miramare, Trieste), Adele Campanelli (parco archeologico dei Campi Flegrei, Napoli), Rita Paris (parco archeologico dell’Appia antica, Roma), Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano, Napoli), Fabrizio Delussu (parco archeologico di Ostia antica), Andrea Bruciati (villa Adriana e villa d’Este, Tivoli).
I profili
Sei dei nuovi direttori sono archeologi e quattro storici dell’arte; sei, tre funzionari e tre dirigenti, provengono dal ministero dei Beni culturali, mentre gli altri quattro sono esterni e due di loro rientrano in Italia dopo un’esperienza all’estero: si tratta di Andreina Contessa, che era al Nahon museum of italian jewish di Gerusalemme, e di Simone Verde, che ha lasciato il Louvre di Abu Dhabi.
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