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Mps, il sostegno Ue alla soluzione di Stato. Morelli: “Mio impegno continua”

Dic 23, 2016

MILANO – Con l’intervento dello Stato la posizione del Monte dei Paschi si rafforzerà e il suo ad, Marco Morelli, continuerà nel suo lavoro senese. E’ quanto ha assicurato lo stesso manager ai dipendenti, in un messaggio che segue la lunga notte che ha prima visto fallire l’aumento di capitale da 5 miliardi sul mercato, quindi il governo intervenire con il fondo da 20 miliardi per il settore bancario al quale la banca ha chiesto aiuto. Dall’Unione europea, invece, prendono atto della mossa del governo – con il quale ci sono costanti contatti anche sul prossimo piano di ristrutturazione – e precisano che l’Italia può procedere al salvataggio della banche, purché nel rispetto delle regole comunitarie in materia.

La posizione Ue. Questo implica anche la possibilità di ricapitalizzazione preventive, a patto che si rispettino determinate condizioni. La Commissione ricorda che l’aiuto di Stato è ammesso senza dar seguito a una risoluzione o al bail-in di azionisti, obbligazionisti e correntisti qualora la banca in difficoltà sia stata bocciata a uno stress test, cosa capitata al Monte dei Paschi. Su questi aspetti, Bruxelles e le altre autorità dovranno verificare che ci siano le condizioni per procedere con la ricapitalizzazione preventiva. Quanto alla protezione dei risparmiatori (nel caso di Mps si prospetta una conversione dei subordinati in mano al retail in azioni, al 100% del valore nominale, e quindi il riacquisto da parte del Tesoro in cambio di bond senior), la Commissione specifica che è possibile in caso di mis-selling, vale a dire la vendita di titoli ai risparmiatori senza la dovuta informativa sulla rischiosità dell’investimento. “Sosteniamo le autorità italiane nell’obiettivo di rafforzare ulteriormente il settore bancario italiano, nel rispetto del diritto comunitario”, assicura un portavoce comuntario. Nel caso di banche al centro di vendite fraudolente, la ricapitalizzazione “può garantire che non vi siano effetti negativi sugli investitori al dettaglio”, ma dalle autorità ci si aspettano “azioni concrete per compattere all’origine il problema” di queste vendite irrispettose dei profili di rischio, per evitare che accada di nuovo.

Quanto allo scudo per garantire la liquidità, il portavoce precisa che fin da giugno 2016 “la Commissione ha autorizzato uno schema di garanzie per le banche italiane che copre misure di sostegno alla liquidità in caso di necessità”. Il supporto alla liquidità per le banche con una sofferenza di capitale “deve essere approvato individualmente”, e l’Italia ha chiesto alla Commissione di autorizzarlo”. Lo schema dura però sei mesi, e quindi Bruxelles “è in contatto con le autorità italiane su un prolungamento” oltre il 31 dicembre.

Morelli va avanti. “L’intervento statale non era sicuramente la prima opzione della banca, però ci darà comunque la possibilità di procedere con lo smaltimento accelerato dei crediti deteriorati e di avere una posizione diversa e più forte”, ha detto Marco Morelli in un video messaggio ai dipendenti. L’intervento dello Stato, ha aggiunto, permetterà a Mps di ripristinare un assetto “per quel che riguarda la liquidità, in linea con quella che era la posizione della banca all’inizio del 2016”. Dopo aver sottolineato il fatto che verranno tutelati i possessori del bond 2008-2018, che lo stesso amministratore delegato – allora in altro ruolo – aveva organizzato per acquistare Antonveneta, Morelli ha detto di sé: “Il mio impegno continua indipendentemente da quella che è la soluzione tecnica che la banca ha scelto di intraprendere e tutte le energie che ho impiegato in queste settimane e nei tre mesi dal mio arrivo, saranno ancora di più e ancora più forti per cercare di portare la banca in una posizione solida, stabile e finalmente in grado di poter tornare a fare il lavoro che le compete”. Sulla questione del ristoro, il portavoce del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha voluto precisare che “prima che sia possibile un intervento di aiuto dello Stato è necessario che ci sia l’intervento di ‘bail-in’ degli azionisti e degli obbligazionisti junior come previsto dalle regole”.

Le reazioni. Positivo il commento all’iniziativa del governo, sia dalle banche che dai sindacati. Per il primo versante ha parlato Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, per il quale “il decreto tutela effettivamente i risparmiatori e favorisce davvero la stabilità delle banche, premesse indispensabili per una più robusta ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”. Sottolineando lo “spirito di realismo” dell’occasione, l’Abi dà “valutazione prevalentemente positiva sul decreto legge per la tutela del risparmio, sia sulle garanzie statali (onerose per le banche che le otterranno) per la liquidità, sia per gli interventi preventivi per rafforzare il patrimonio di chi ne avesse necessità secondo i giudizi e con le determinazioni della banca d’italia e del ministero dell’economia e delle finanze”.

Dal fronte dei bancari, secondo la First-Cisl “il decreto salva-risparmio approvato dal governo pone il Monte Paschi finalmente in condizioni di competere sul mercato” e ora “lo si usi anche per le popolari venete e per le 4 banche oggetto di risoluzione”. “Bene il decreto, ma si doveva fare prima” è il commento che arriva dalla Uilca e anche dal presidente della Regione Toscana, Rossi.

Quanto alla Fondazione Monte dei Paschi, un tempo socio forte della banca, “attualmente detiene una quota pari allo 0,1% del capitale sociale”, contro il precedente 0,7%. In un comunicato, l’ente spiega che “nell’incertezza dell’evolversi degli eventi” le dismissioni “consentono oggi di limitare quasi del tutto i rischi patrimoniali dell’Ente per quanto attiene il verificarsi di scenari particolarmente avversi per gli azionisti”.

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